Chomsky Disse che il linguaggio non era un artificio culturale che esisteva là fuori, nel mondo; è invece parte dello sviluppo umano. Fu bollato come “medievale” e paragonato alla scuola di Port-Royal, che riteneva la grammatica innata e una manifestazione divina. E’ lì che affondano le origini delle sue polemiche contro il postmodernismo. Chomsky fu il primo ad attaccare il comportamentismo, una forma di riduzionismo antiumanista secondo cui tutto si riduce all’azione dell’ambiente: “Un metodo perfetto che non spiega nulla”, dirà Chomsky scatenando un mare di polemiche. Uno scimpanzé al quale i ricercatori neodarwiniani cercarono invano di insegnare il linguaggio sarà persino soprannominato “Nim Chimpsky”. La sua condanna del potere dei media come “sacerdozio laico” lo avrebbe reso inviso agli intellettuali europei. Di recente Chomsky ha attaccato Jacques Lacan, dicendo di averne ricavato la sensazione che fosse un “ciarlatano” che “si atteggiava a favore delle telecamere nel modo tipico di molti intellettuali parigini”. Il linguista americano ha attaccato anche Jacques Derrida, il padre del decostruzionismo, noto per il deliberato oscurantismo della sua prosa e le affermazioni selvaggiamente esagerate, che ispirò e fece infuriare una generazione di intellettuali e studenti con l’argomentazione che il significato di un insieme di parole non è fisso e immutabile, argomentazione che sintetizzò nel famoso: “Non c’è nulla al di fuori del testo”. “Prendiamo Derrida, uno dei vecchi saggi”, ha scritto Chomsky.

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Chomsky deve la sua importanza al fatto che è il padre contemporaneo della teoria “innatistica” del linguaggio, la “grammatica generativa”. Chomsky considera la linguistica come un aspetto della psicologia umana, come branca che ha a che fare con la capacità umana di padroneggiare una lingua. Il linguista, in questa prospettiva, deve concentrare la sua attenzione sulla natura della cosiddetta “competenza linguistica”, e non tanto sulle modalità dell’“esecuzione”. A partire di qui, l’acquisizione di una lingua si spiega solo ipotizzando l’esistenza di una facoltà mentale innata nel cervello, quasi genetica. Se così non fosse, sarebbe impossibile spiegare l’apprendimento da parte dei bambini di lingue straordinariamente complesse sulla base di dati frammentari e scarsi. Un “miracolo”, come l’ha chiamato Chomsky in termini religiosi, decifrabile soltanto ipotizzando una struttura linguistica comune a tutte le lingue e a tutte le menti. In questo quadro obiettivo chiave della linguistica è quello di fornire una descrizione accurata della cosidetta “grammatica universale”, da intendersi come il sistema di restrizioni imposte dalla facoltà (innata) del linguaggio sulla struttura di una qualsiasi lingua. Contraltare delle teorie innatistiche è invece la visione tesa a individuare nel linguaggio un’abilità puramente sociale, coincidente con il possesso di una pratica acquisita. Ed è in questo senso famosa la polemica che ha opposto Chomsky al “comportamentismo” psicologico, ovvero alla teoria “behavioristica” skinneriana. Quando il padre del neodarwinismo, Burrhus Skinner, capofila del comportamentismo, ideò la cosiddetta “scatola di Skinner”, trasparente e sterile, dove per un anno chiuse come un topo sua figlia Deborah, convinto che le tecniche di condizionamento darwiniane dovessero applicarsi alla vita quotidiana, Chomsky la bollò come “un campo di concentramento ben funzionante”.

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L'EVOLUZIONE DI DIO - La vita oltre la morte era un libro di Raymond Moody, che in Italia uscì nel 1977... “L’uomo ha la sorgente della sua energia morale all’esterno, come quella della energia fisica (nutrimento, respirazione). Generalmente la trova: e ciò lo illude – anche nei riguardi del proprio fisico – che il suo essere porti in sé il principio della propria conservazione. Solo la privazione fa sentire il bisogno. E, in caso di privazione, non gli si può impedire di dirigersi verso qualsiasi oggetto commestibile. C’è un solo rimedio: una clorofilla che permetta di nutrirsi di luce. Mio nutrimento è fare la volontà di colui che mi manda. Non c’è bene fuori di questa capacità. La creazione è provocata dal moto discendente della pesantezza, dal moto ascendente della grazia e dal moto discendente della grazia alla seconda potenza. La grazia è la legge del moto discendente”. "Moody aveva studiato tutte quelle esperienze che vanno sotto il nome di premorte: tunnel con luce in fondo, fluttuazioni, senso di benessere, incontri con angeli. Aveva anche sperimentato un metodo per indurre allucinazioni e alterazioni di coscienza. Si trattava di una stanza circolare ricoperta di specchi […] e dunque, la visione della propria immagine ripetuta all’infinito porterebbe verso uno stadio di deprivazione sensoriale, porta d’accesso alle succitate esperienze."

http://www.ilpost.it/antoniopascale/2013/08/28/levoluzione-di-dio/