sabato 2 novembre 2013
#TRAVAGLIO - LA FIGLIA DI MUBARAK - "Quando Anna Maria Cancellieri diventò ministro dell’Interno, poi fu candidata al Quirinale, infine divenne ministro della Giustizia, il Fatto – come sempre – segnalò i suoi potenziali conflitti d’interessi familiari legati alla vecchia amicizia con la famiglia Ligresti, cliente da tempo immemorabile di procure, tribunali e patrie galere; e al ruolo del figlio Piergiorgio Peluso, alto dirigente prima di Unicredit, poi di Fonsai, infine di Telecom. In particolare ci occupammo della tragicommedia dei “braccialetti elettronici” per controllare i detenuti in libertà, un appalto di sette anni per centinaia di milioni rinnovato dal Viminale sotto la Cancellieri alla Telecom in cui andò a lavorare il pargolo. Ma la parola conflitto d’interessi, dopo vent’anni di mitridatizzazione berlusconiana, suscita noia, fastidio, sbadigli. E morta lì."
#DOLLARO - PAUL KRUGMAN - “Quello che è vero è che le grandi quantità di dollari detenuti al di fuori degli Stati Uniti (soprattutto in biglietti da 100 e per ragioni ovvie) rappresentano di fatto un prestito a interesse zero per gli Usa dell'ordine di circa 500 miliardi di dollari. Che non è male, ma che anche in tempi normali vale soltanto circa 20 miliardi di dollari l'anno, più o meno lo 0,15% del prodotto interno lordo”
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