Dio è, secondo Rilke, il presente di tutti i futuri, cioè l'assoluta presenza di tutti i possibili eventi, i quali in senso stretto si istituiscono con il venire al mondo degli dei; ma è anche il principio di tutti i principi, i quali a loro volta definiscono ciò che nei poeti prende voce e senso. Per questo Dio destina i poeti a essere profeti: perché affermino Lui in ogni futuro.
Sergio Givone, Hybris e melancholia. Studi sulle poetiche del Novecento, Milano, Mursia, 1974.
Nessun commento:
Posta un commento