lunedì 16 settembre 2013
MASSIMO CACCIARI - POPULISMO è credere, o fingere di credere, che popolo sia un ismo, e cioè un tutto unico, o un unico animale, da suddividere, al più, per medie e sondaggi: la pensa così il 30, così il 20, così il 10 per cento e così via. Populismo è ritenere che una politica fondata, invece, sullinalienabile valore della responsabilità di ciascuno sia favola o illusione o utopia. Populismo è accondiscendere al peggiore dei cattivi proverbi: che la voce del popolo (e cioè, inutile dirlo, della maggioranza) sia la voce di Dio. Da cui ovviamente il corollario: che lo sia altrettanto la voce che a quella del popolo fa scimmiesca eco. Populistica è la politica che occulta la complessità dei problemi, o che li contrabbanda come leffetto di complotti e sabotaggi da parte del nemico di turno; che asservisce allidolo della naturale bontà dei nostri, individuali, appetiti, illudendo che il migliore dei mondi possibili nasca dal loro libero intreccio. Populismo è proprio questa confusione tra libertà e licenza, tra obbedienza e anarchia. Una vacua sicurezza nelle proprie ragioni che genera aggressività, insicurezza, angoscia.
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