sabato 30 novembre 2013
#Scienza, modello per la società - John Dewey (1859-1952): “C'è chi accetta di buon grado la scienza ammesso che rimanga "pura"; si rende conto che, come oggetto da inseguire e da contemplare, è un'addizione al significato goduto della vita. Ma sente che le sue applicazioni nelle invenzioni meccaniche sono la causa di molti dei problemi della società moderna. Senza dubbio queste applicazioni hanno dato vita a nuove forme di bruttezza e sofferenza. Non mi cimenterò nel compito impossibile di provare a fare il bilancio netto dei mali e dei piaceri fra il periodo precedente e quello successivo all'uso pratico della scienza. Il punto rilevante è che l'applicazione della scienza è ancora limitata: ha a che fare con i nostri rapporti con le cose, ma non con le persone. Impieghiamo il metodo scientifico per dirigere le energie naturali, ma non quelle umane. Di conseguenza, una valutazione della piena applicazione della scienza non può essere una registrazione di ciò che è già avvenuto, ma deve essere profetica. Una tale profezia non è però priva di fondamento. Anche allo stato attuale delle cose c'è un movimento nella scienza che fa presagire, se terrà fede alla promessa in esso implicita, un'epoca più umana. Infatti, guarda avanti a un tempo in cui tutti gli individui potranno condividere le scoperte e i pensieri degli altri per la liberazione e l'arricchimento della loro esperienza.”
venerdì 29 novembre 2013
#POLITICA - Alla Consulta un ricorso inammissibile - E’ noto che fra pochi giorni la Corte costituzionale dovrà affrontare il problema posto dal ricorso di una sezione della Corte di Cassazione, che dubita della legittimità costituzionale di alcune parti della vigente pessima legislazione elettorale: il premio di maggioranza riconosciuto a chi consegua la semplice maggioranza relativa dei voti a livello nazionale per la Camera ed in ciascuna Regione per il Senato, l’impossibilità di esprimere voti di preferenza all’interno dei candidati proposti dalle varie forze politiche.
#EuroZona - Giorgio La Malfa, 25 luglio 2012: Una via d'uscita ordinata non sia tabù - "È ormai evidente qual è il problema dell'euro: la sua debolezza dipende dalla fragile intelaiatura istituzionale su cui poggia; l'unione monetaria avrebbe bisogno di avere alle spalle una vera unione politica fra i Paesi che vi partecipano. Ma l'unione politica resta un traguardo lontano, irrealizzabile nel tempo breve. In queste condizioni è assai difficile evitare che si diffonda l'idea che la moneta europea sarà scomparsa ben prima che si giunga all'unione politica."
giovedì 28 novembre 2013
#EUROPA - "L'integrazione europea: io non ci credo più". Gianni Vattimo - Il pericolo più grande esistente oggi nella società è quell'assuefazione di massa alla globalizzazione, all'intensificazione dei rapporti commerciali, all'integrazione, come se essi rappresentassero dei valori o degli obiettivi in sé. Io non ci credo più e ritengo che si debba tornare a valorizzare le differenze. Basta vedere, del resto, gli effetti della politica europea verso l'Italia o i paesi dell'Europa del Sud, integrati in una gabbia che non riusciamo più a toglierci e che ci soffoca.
#Politica - Perché la decadenza del Cav. spinge Renzi verso l’imbuto lettiano - La grande coalizione è morta, le larghe intese sono state sostituite da piccole intese, il peso del governo è tutto o quasi sulle spalle del Pd. Dal nove dicembre, il giorno dopo le primarie del Partito democratico, chi si dovrà far carico di questo peso non sarà soltanto Enrico Letta ma sarà soprattutto il nuovo segretario del Pd. D oggi in poi, per il Pd, sarà più complicato continuare a bombardare il governo considerando che quello che ha di fronte a sé non è più il governo delle larghe intese ma è quasi interamente un governo a trazione Pd.
#EURO "Il ricatto neo-liberale dell'emergenza economica" - Secondo molti analisti ad i governi dell'Europa meridionale restano oggi due strategie praticabili per rilanciare le proprie economie: "sbattere i pugni sul tavolo", come ha dichiarato recentemente l'ex presidente della Commissione europea Romano Prodi, o negoziare un'uscita coordinata dalla zona euro.
#LandGrabbing - Land Grab: Foreign Firms Drive Cambodians from Farms - Each year, foreign agricultural corporations deprive thousands of Cambodian farmers of their fields -- with the government's help. Human rights groups claim German taxpayer money is used to fund a program that benefits land grabbers.
mercoledì 27 novembre 2013
martedì 26 novembre 2013
#OGM - Introduzione alle problematiche degli OGM nella cultura italiana - In Italia il dibattito pubblico sugli OGM è pervaso di antimodernismo e sensazionalismo giornalistico. Intorno al blocco della ricerca si è unito un asse politico e sociale che sfrutta questa scelta nella comunicazione del Made in Italy, alimentando una sorta di neonazionalismo autarchico. La dimensione ormai multiculturale della nostra società richiederebbe, invece, una nuova laicità fondata su uno Stato neutrale tra le diverse concezioni.
#WORLD - The Uses of Nuclear Ambitions - The agreement reached in Geneva in the wee hours of November 24 between Iran and the P5+1 (the five permanent members of the United Nations Security Council, plus Germany) on Iran’s nuclear program proves a crucially important point: the sanctions regime worked.
#GeografiaEconomica - Il mondo piatto significa poter decentrare il lavoro ovunque grazie a internet e videoconferenze - Gli anni di mancata crescita del nostro Paese hanno fatto perdere molti treni senza produrre nuove locomotive. Anche se rimaniamo ottimi manifattori, i nostri agglomerati faticano a diventare poli di innovazione. E non investiamo sui nostri punti di forza; vedi gli ultimi episodi di Telecom e Alitalia: li lasciamo sgretolare nella combinata insipienza della politica e del capitalismo nostrani.
#BerlusconiTruffatoAsuaInsaputa - La verità a scoppio ritardato della testimone Appleby e le falle della versione di Berlusconi - Perché non regge la tesi di una truffa ai suoi danni. Il Cavaliere ora sostiene che per anni, senza che lui se ne accorgesse, i suoi manager e Agrama hanno gonfiato i diritti tv. Perché non ha denunciato prima?
lunedì 25 novembre 2013
#Pd, l’ultimatum di Renzi a Letta: “Subito riforme altrimenti è finita” - «Pazienza finita: riforme o governo finish»: all’indomani della `incoronazione´ della convenzione Pd, Matteo Renzi rompe gli gli argini e si lancia a capofitto nella sua campagna elettorale. Ormai mancano solo due settimane alla grande sfida e dopo “l’auto-rottamazione” della vecchia guardia, il sindaco di Firenze vede davanti a sé una autostrada, che intende percorrere alla massima velocità.
#POLITICA - Noi abbiamo oggi una «partitocrazia senza partiti», raggruppamenti politici che hanno mantenuto l'antica funzione di uffici di collocamento, di distributori di posti e prebende (lo dico senza moralismi: tutti i partiti del mondo fanno anche questo) ma hanno perduto l'insediamento sociale, i forti legami con la società che avevano i partiti di un tempo. Partiti siffatti hanno bisogno, ancor più di quelli della Prima Repubblica, di contare sulla spesa pubblica come strumento di consenso elettorale.
#Mediaset, Berlusconi: “12 testimoni di cui 7 nuovi”. Appello ai senatori - Il Cavaliere, che è stato condannato lo scorso 1° agosto a 4 anni per frode fiscale dalla Cassazione, ha chiesto ai colleghi di Palazzo Madama di rinviare il voto in attesa dell'arrivo anche di altri documenti dall'Irlanda e da Hong Kong. Per i supremi giudici l'ex premier è l'ideatore e beneficiario di una enorme evasione fiscale
domenica 24 novembre 2013
#Napolitano: protesta di Berlusconi non fuoriesca dalla legalità - Dal Presidente della Repubblica arriva un appello a Berlusconi, riferisce l'ufficio stampa del Quirinale, «a non dar luogo a comportamenti di protesta che fuoriescano dai limiti del rispetto delle istituzioni e di una normale, doverosa legalità». La presa di posizione risponde alle durissime parole dell'ex premier a proposito della grazia.
#Cultura - Leggere Kafka attraverso Derrida permette di comprendere in che modo la filosofia aiuta a mettere in connessione diritto e letteratura. Si pone così la questione cruciale della “proprietà” della lingua, e quindi della necessità, per ognuno, di inventare un idioma proprio, di affermare la propria singolarità nella lingua.
#ECONOMIA - I mercatisti brezneviani sono mercatisti nel merito e brezneviani nel metodo: credono in un sistema economico come in una fede religiosa, non ammettono possibilità di errore o semplice provvisorietà alla loro costruzione mentale, fanno rientrare con la forza ogni variabile empirica all’interno della loro teoria, spesso a posteriori.
#POLITICA - Beppe Grillo risponde a Enrico Letta: "Io populista rabbioso? Mi piace. Vi cancellerò" - "Certo, siamo rabbiosi verso questi partiti che hanno depredato il Paese e si atteggiano a salvatori. Certo, siamo populisti rabbiosi e quando avremo la maggioranza, cancelleremo dalla Storia questa classe politica. Populista rabbioso? Mi piace!".
#CULTURA - L'impazienza della vita - È stato merito di Cecilia Calabri, nella sua bella biografia di Giaime Pintor (Utet, 2007) averne ricostruito non solo con rigore e scrupolo filologico l'itinerario politico-intellettuale, ma anche di averlo costantemente correlato alla sfera più propriamente esistenziale, nonché alla rete di giovani amici e intellettuali della «generazione senza maestri» che costituirono dopo il suo trasferimento a Roma la nuova dimensione e il cardine della sua vita. Questi giovani avevano già preso le distanze del fascismo, ma solo una minoranza di loro, come Lucio Lombardo Radice, Aldo Natoli, Pietro Amendola, aveva bruciato le tappe verso l'azione illegale, mentre altri, come Misha Kamenetskij, Geno Pampaloni, Valentino Gerratana, Mario Spinella, avevano fatto la scelta del lavoro culturale, utilizzando gli spazi ancora aperti nelle istituzioni e nelle riviste fasciste non conformiste, ivi comprese quelle occasioni di incontro e di confronto che erano rappresentate dai Littoriali.
#POLITICA - Carlo Sibilia dà del giuda a Letta, lo accusa di svendere l’Italia e gli ricorda della sua fondazione Vedrò e Letta risponde ricordando che quella fondazione è stata chiusa per “evitare un conflitto di interessi”.
#POLITICA - "Letta-Napolitano, chi tocca i fili muore" - I 101 del Pd che impallinarono Prodi aprirono la strada alle larghe intese. La votazione sulla Cancellieri di ieri ha confermato l'asse tra l'attuale premier e il Quirinale: di mezzo gli interessi di poteri economici (cullati da VeDrò) e del Vaticano. Ecco così il sostegno di Alfano & Co. Mentre Renzi - in un Pd balcanizzato - ha rimandato l'attacco al castello al dopo l'8 dicembre e l'immortale B. ha preso la china di una destra sempre più populista.
sabato 23 novembre 2013
venerdì 22 novembre 2013
#JFK - The Real Conspiracy Behind the JFK Assassination - Oswald was the lone shooter, but there was a plot involved in the president's death—and it was in plain sight.
#STEREOTIPI - Il Genere tra le righe: gli stereotipi nei testi e nei media - Oltre gli stereotipi: differenze di pensiero, differenze di linguaggio - Presupposti storici e metodologici degli studi di Genere - Immagini d’infanzia, stereotipi e virtù femminili a scuola, nella società e nei media
La percezione dei gruppi:
categorizzazione, stereotipi,
pregiudizio
Pregiudizio
È un giudizio precedente all’esperienza o in assenza di
dati sufficienti. Identifica la tendenza a considerare in modo
ingiustificatamente sfavorevole o favorevole un
determinato gruppo sociale e i suoi componenti
#PSICOANALISI - No, l'uomo non è capace di essere libero, l'uomo fugge dalla libertà. Adora il tiranno e il suo bastone. La pulsione gregaria domina quella erotica. Il rifugio nel grande corpo della massa viene preferito all'assunzione singolare della propria libertà e della vertigine che essa comporta.
#POLITICA - Fonsai: "451mila euro a La Russa quando era ministro" - E' quanto emerge dagli atti dell'inchiesta di Milano che vede indagati Salvatore Ligresti Giancarlo Giannini per corruzione. Le somme percepite figurano come "parcelle spese sinistri" e "altre prestazioni di servizi". La Russa: "Parcelle relative al legittimo lavoro professionale e quando ero ministro nessun incarico per Fonsai"
#POLITICA - E’ inutile girarci intorno, in Italia c’è uno Stato nello Stato. E, attenzione, non è San Marino non è il Vaticano. La zona franca dove non entrano guardia di finanza, magistratura ordinaria e contabile e neppure il giudice del lavoro è tutta nel centro di Roma, prolifera nel cuore stesso della nostra bella e vituperata democrazia. I suoi confini triangolano tra le assemblee elettive di Camera e Senato, il Quirinale e gli organi costituzionali.
#Littérature - Doris Lessing, livre penseuse - «Ce sont nos histoires qui nous récréent - qui nous recréent - quand nous sommes déchirés, meurtris et même détruits. C’est le conteur, le faiseur de rêves, le faiseur de mythes, qui est notre phénix : il nous représente au meilleur de nous-mêmes et au plus fort de notre créativité.»
#HISTOIRE «Le film de l’assassinat de Kennedy est tout sauf une preuve» - Le 22 novembre 1963, le président des Etats-Unis, John Fitzgerald Kennedy, est assassiné à Dallas, au Texas. Un instant, une image, qui va engendrer un déluge de commentaires, films et livres. David Lubin s’est assigné pour mission de «déplier les objets visuels».
giovedì 21 novembre 2013
#Cancellieri, respinta mozione di sfiducia. “Io raccomandata da Ligresti a B? Falso” - La maggioranza delle larghe intese conferma il ministro della Giustizia: 405 no al testo del M5s. Tutto il Pd vota compatto e si inchina alle richieste di Letta nonostante le parole di fuoco degli ultimi giorni dei principali dirigenti, da Renzi a Civati. Nel frattempo escono i verbali dell'interrogatorio di "don Salvatore": "Dissi delle esigenze dell'allora prefetto a Berlusconi". Lei: "Tutto destituito di fondamento".
#TELECOM - “Creare una public company guidata da una lista di indipendenti, aggregando fondi stranieri e italiani e scalzare così Telco e ‘il quartierino’ dal comando di Telecom“. Questo il progetto che Marco Fossati (l’erede del brodo Star che ha comprato il 5% delle azioni del Gruppo per oltre un miliardo di euro e che ora ha visto ridursi il pacchetto a 450 milioni di euro)
#PROCESSO RUBY - Berlusconi sapeva che Ruby era minorenne e pagava per le notti di sesso - Le motivazioni della sentenza dei giudici di Milano che hanno condannato l'ex premier a sette anni per concussione e prostituzione minorile
Berlusconi, il video rubato: "Servono facce nuove da affiancare ai vecchi forzisti" - Un video registrato con uno smartphone durante la riunione a villa Gernetto con i giovani della rinata Forza Italia e pubblicato su Youtube da "Italia chiama Italia" crea qualche preoccupazione nella creatura politica di Silvio Berlusconi. Il leader parla apertamente di "facce nuove da affiancare ai forzisti di vecchia data". Cresce così il nervosismo in attesa del voto del 27 novembre sulla decadenza
#ECONOMIA - Pregi e limiti della Modern Money Theory (MMT). Una critica costruttiva - “Mezzogiornificazione” europea: Paul Krugman (1991) l’aveva preannunciata in tempi non sospetti ed altri, poi, l’hanno riesaminata e ne hanno studiato gli sviluppi. Con questa espressione possiamo intendere, sinteticamente, quei processi di desertificazione produttiva, annientamento o assorbimento estero dei capitali nazionali ed emigrazione di massa dei lavoratori, che soprattutto a seguito della crisi economica stanno determinando profondi mutamenti nella struttura produttiva dei paesi periferici dell’Unione monetaria europea.
#CANCELLIERI - Bocciata la mozione di sfiducia dei 5 Stelle contro il ministro Anna Maria Cancellieri per l’affare Ligresti: 405 i voti contro e 153 i voti a favore. Dall’Aula però è il Pd che sembra uscirne con le ossa rotte. Nonostante la fiducia, sono state tante le critiche espresse in Aula contro il Guardasigilli, anche da parte del segretario Guglielmo Epifani. Ma alla fine il Pd vota compatto. Contro la sfiducia anche i renziani e Pippo Civati. “Ipocriti e venduti, i renziani sono già nati morti”, afferma con rabbia la 5 Stelle Carla Ruocco.
#Crisi, austerity a tutti i costi. Ecco gli artefici della libera disuguaglianza - Se l’Europa fosse stata strutturata come gli Stati Uniti d’America, ma sappiamo bene che non è così, e certamente non a caso. Non è un caso infatti che il principale alleato degli Usa (la GB) non sia entrato nell’euro (insieme ad altri paesi economicamente meno importanti).
mercoledì 20 novembre 2013
#SARDEGNA - Ciclone Sardegna, “malagestione territorio e allerta in ritardo hanno distrutto l’Isola” - Il geologo Fausto Pani traccia il quadro del disastro causato da 'Cleopatra' ricordando i danni fatti dall'alluvione del 2008: "L’acqua riesce sempre a ritrovare il suo vecchio percorso. Anche se coperto dal cemento". Caso emblematico a Olbia dove il centro storico è rimasto intatto mentre le altre zone hanno subito danni terribili. "Conseguenze della speculazione edilizia"
#ITALIA - Se in Italia per oltre 50 anni si sono consumati in media 7 mq al secondo di suolo, oggi se ne consumano addirittura 8 mq al secondo. Significa che ogni 5 mesi viene cementificata una superficie pari a quella del comune di Napoli e ogni anno una pari alla somma di quelle dei comuni di Milano e di Firenze.
#FilosofiaDellaMente - L'io è un concetto filosofico sul quale il senso comune offre intuizioni vaghe - La naturalizzazione dell’io - L’io come continuità dei propri ricordi
Self.ppt docenti.lett.unisi.it/files/59/9/1/3/Self.ppt
#GOOGLE - Se Google ci costringe ad usare G+ - Gli ultimi numeri li ha snocciolati con soddisfazione Google a fine ottobre: il suo social network Google+ ha visto una crescita del numero di utenti del 58% negli ultimi mesi andando a toccare quota 300 milioni di attivi al mese a fronte dei 190 milioni di maggio. Facebook osserva a distanza dal suo miliardo e più di iscritti attivi. Twitter, con i suoi 230 milioni, è già stato scavalcato.
martedì 19 novembre 2013
#POLITICA - "Il tempo delle volpi" - La spaccatura della tradizionalmente infrangibile e inattaccabile falange berlusconiana; e la sempre più probabile espulsione dalle aule parlamentari di Silvio Berlusconi, il quale aveva contribuito potentemente a degradarle nel corso di ben due decenni. L'uno e l'altro risultato rappresentano un effetto positivo del governo delle «larghe intese»: il primo in maniera inequivocabile e diretta; il secondo, reso più sicuro e inevitabile dallo spappolamento del fronte berlusconiano, nel senso che il cosiddetto «Nuovo CentroDestra» continuerà certo a votare contro la decadenza di Berlusconi, ma convinzione ed esiti negativi ne risulteranno incomparabilmente indeboliti (anche per loro, adesso, la decadenza rappresenta un grosso favore).
#Crisi come opportunità per un nuovo modello - Creare le condizioni culturali perché altre economie e altre finanze possano svilupparsi e cambiare la natura dell’economia di mercato.
#Sviluppo sostenibile è quello sviluppo capace di soddisfare i bisogni della attuale generazione senza compromettere il soddisfacimento dei bisogni delle future generazioni (Our Common Future).
#IndustriaCulturale - L’industria culturale si presenta come un sistema compatto e integrato per la produzione di “merci culturali”. Il valore di sacralità e unicità dell’oggetto artistico viene sostituito dalla “standardizzazione” e della “ripetizione” (una produzione seriale, sul modello della grande fabbrica “fordista”).
#UMORISMO - Allegro ma non troppo - «Cipolla approfondì il controverso tema della stupidità umana formulando la famosa teoria della stupidità, enunciata nel suo arguto libello del 1976 dal titolo The Basic Laws of Human Stupidity (The Mad Millers, 1976), poi ripubblicato in italiano nel 1988 come Allegro ma non troppo (il Mulino, 1988, Isbn 8815019804)».
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-10-21/irresistibile-spirito-cipolla-182530.shtml
http://www.treccani.it/scuola/itinerari/un_libro/rec_266.html
http://www.club-cmmc.it/lettura/teoria_stupidita.pdf
http://ceifan.org/leggi_stupidita.pdf
http://www.giovis.com/cipolla.htm
http://teledicoio.blogosfere.it/2012/02/le-leggi-fondamentali-della-stupidita-di-cipolla-applicate-alla-tv-italiana.html
http://www.treccani.it/scuola/itinerari/un_libro/rec_266.html
http://www.club-cmmc.it/lettura/teoria_stupidita.pdf
http://ceifan.org/leggi_stupidita.pdf
http://www.giovis.com/cipolla.htm
http://teledicoio.blogosfere.it/2012/02/le-leggi-fondamentali-della-stupidita-di-cipolla-applicate-alla-tv-italiana.html
#POLITICA - Dopo Tangentopoli il potere politico tutto, di centrodestra e centrosinistra, [...] non si è affatto preoccupato di prendere provvedimenti per contenere la corruzione, ma semplicemente di contrastare e rendere più difficili i processi. Il centrodestra lo ha fatto in modo talmente spudorato da risultare vergognoso [...]. Ma il centrosinistra ha dimostrato abilità più sottili [...]: cose passate in silenzio, senza il clamore delle leggi ad personam, ma che hanno reso più difficile contrastare i fenomeni. (Piercamillo Davigo)
#SINISTRA - Oltre Berlusconi, i processi del Pd di cui non si parla - “I panni sporchi della sinistra”, il libro di Ferruccio Pinotti e Stefano Santachiara
lunedì 18 novembre 2013
domenica 17 novembre 2013
#Cancellieri, appello di MicroMega al Pd: “Votate la mozione di sfiducia del M5S” - La rivista lancia sul suo sito internet una raccolta firme per chiedere ai senatori democratici di appoggiare il documento che andrà in Aula il 20 novembre. "Il ministro - si legge nel testo - ha mentito al Parlamento e ha detto il falso come testimone di fronte al pubblico ministero. Deve dimettersi"
sabato 16 novembre 2013
venerdì 15 novembre 2013
#Ogm nel piatto: sono un pericolo o un’opportunità? - Gli esperti dell’Unione Nazionale Consumatori aprono un dibattito sugli Ogm, gli Organismi Geneticamente Modificati che ormai, volenti o nolenti, portiamo in tavola ogni giorno. La risposta dovrebbe arrivare dalla scienza, più che dagli ideologismi. I consumatori sono invitati a inviare il proprio parere
#BIOETICA - Se c'è un Paese democratico dove la bioetica è davvero pubblica questo è l'Italia. Talmente pubblica è la bioetica, in Italia, che i singoli privati cittadini non possono decidere quasi niente. Sempre in Italia, nel nome della bioetica (pubblica) la scienza è regolarmente politicizzata: Governi, partiti o movimenti politici e organizzazioni religiose manipolano disinvoltamente i fatti scientifici secondo convenienze o ideologie.
#PARMALAT - Un'azienda che secondo le leggi del mercato e della cultura liberista avrebbe dovuto fallire continua invece a fare latte e derivati e succhi di frutta. In cima alla pila traballante dei 14 miliardi e passa di buco tiene in equilibrio migliaia di posti di lavoro, migliaia di famiglie e di vite, conserva inalterati gli accordi sindacali, e gli stipendi e i premi di produzione, non facendo ricorso a un'ora di sciopero, così supplendo all'etica di un gruppo imprenditoriale divorata dall'illecito e dal demone del profitto ad ogni costo.
giovedì 14 novembre 2013
#GERMANIA - Il Tesoro americano ma anche il Fondo Monetario Internazionale e il Financial Times di Londra criticano Berlino sulla politica dell’austerità, che avrebbe aggravato la malattia economica dell’Europa meridionale e porterebbe vantaggi solo alla Germania. E la Germania, che oramai ha un surplus di export più grande addirittura della Cina, dipenderebbe troppo dalle esportazioni e troppo poco dalla domanda interna. Il risultato, secondo l’Fmi e la Casa Bianca, è che si crea un rischio deflazione in Europa e nel resto del mondo, e si indebolisce l’Eurozona.
#GERMANIA - I tedeschi sono arrabbiati con la Casa Bianca, che prima intercetta il telefonino della Merkel e poi (assieme all’Fmi) dichiara che la Germania fa troppi export e indebolisce l’eurozona. Ora ce l’hanno anche con Mario Draghi, che tagliando il costo del denaro fa «un regalo» a Italia, Francia, Spagna e Grecia, e un «esproprio» a danno dei risparmiatori tedeschi. E non piace neanche la critica di Barroso.
#GIORNALISMO - “Nella realtà i processi socio-culturali non avvengono seguendo il percorso lineare e tranquillo di una retta che declina nel tempo, ma piuttosto seguendo complesse curve di instabilità, con crolli traumatici e effimere risalite, e se il calo delle copie continuasse al ritmo degli ultimi anni la morte dei giornali cartacei si verificherebbe ben prima (del 2043)” (E. Pedemonte, Morte e resurrezione dei giornali, 2010, p. 30)
#POPULISMO - Sia Giannini sia Grillo hanno debuttato nello spettacolo, imparando a soddisfare e a intrattenere il pubblico. Tecnica già usata da Silvio Berlusconi nel suo trionfante debutto politico del 1994 e che gli ha assicurato successi sia alle elezioni politiche che alle europee. Filosofi e politici, da Umberto Eco a Vittorio Foa, dibattono se il populismo sia radicato profondamente nel DNA politico italiano.
mercoledì 13 novembre 2013
#Rodotà - Cos'è un "bene comune"? Stefano Rodotà spiega che ci sono beni che non coincidono né con la proprietà privata, né con la proprietà dello Stato, ma esprimono dei diritti inalienabili dei cittadini. Questi sono i "beni comuni": dal diritto alla vita al bene primario dell'acqua, fino alla conoscenza in rete. Tutti ne possono godere e nessuno può escludere gli altri dalla possibilità di goderne.
#DirittoCostituzionale - La partecipazione, come nozione applicata alla politica e come antica esigenza di pienezza di attuazione richiesta dall’idea e dalla pratica democratiche, è normalmente concepita all’interno delle istituzioni elettive da un lato e dell’organizzazione amministrativa dall’altro
martedì 12 novembre 2013
lunedì 11 novembre 2013
domenica 10 novembre 2013
#EUROPA - E' un dato di fatto inoppugnabile che l'Europa stia viaggiando a due velocità e che i Pigs, i Paesi del Sud Europa in difficoltà, debbano dotarsi di una politica comune che non sia supina alla Germania. Le esportazioni dei Pigs sono frenate dal valore dell'Euro, una situazione che sta diventando insostenibile, è tempo di valutare un euro a due velocità e di iniziare a discutere a un tavolo comune con i Pigs una posizione unitaria verso la UE.
venerdì 8 novembre 2013
#Twitter è uno dei Social Media più "in voga" del momento, sicuramente il primo strumento di comunicazione web da prendere in considerazione ai fini dell'internazionalizzazione della propria azienda. La stesura dei tweet (messaggi) è fondamentale, perchè in 140 caratteri devi includere un testo accattivante e il link al tuo sito per l'eventuale approfondimento.
giovedì 7 novembre 2013
#Torino, indagini su Chiamparino e buco nei conti: le macerie del ventennio rosso - Nel capoluogo piemontese non c'è stato solo il moltiplicarsi per incanto delle tessere del Pd. Quattro giunte di centrosinistra hanno portato a inchieste, sprechi e ora il sindaco Piero Fassino deve gestire un ammanco di 3,5 miliardi di euro
#CAMUS - Sisyphe, l'homme heureux qui rappelle Albert Camus - Le mythe de Sisyphe paraît en 1942. L'auteur y explique que c'est lorsque Sisyphe redescend de son sommet pour retourner pousser le rocher qu'il le passionne le plus. «Il faut imaginer Sisyphe heureux», clame Camus. «Je vois cet homme redescendre d'un pas lourd mais égal vers le tourment dont il ne connaîtra pas la fin», écrit Camus. Or, pour l'écrivain, lors de ces retours incessants vers le labeur, Sisyphe devient «supérieur à son destin». Paradoxe? Camus reconnaît que la condition de Sisyphe est tragique car irréversible, et que le héros le sait. Mais en ayant justement pris conscience de cette condition, Sisyphe redevient maître de son existence. «Toute la joie silencieuse de Sisyphe est là. Son destin lui appartient. Son rocher est sa chose», résume Camus.
#FASCISMO - «Fece fessi tutti». La frase – il soggetto sottinteso è Benito Mussolini – è rozza quanto efficace. La usò nel 1949 Cesare Rossi, uno dei più stretti collaboratori di Mussolini nei primi anni del fascismo, per descrivere l’abilità con cui il giovane “duce”, alla vigilia della marcia su Roma, mise per così dire nel sacco i maggiorenti della classe dirigente liberale. Orlando e Facta, ma anche Salandra, Nitti e Giolitti caddero nella trappola di trattative condotte separatamente con ciascuno di loro, fra settembre e ottobre 1922, quando ciascuno pensava di essere il futuro presidente del consiglio di un governo di coalizione con la partecipazione minoritaria dei fascisti. Ma mentre Mussolini trattava, il partito fascista – un partito-milizia, cosa mai vista prima nel Regno – mobilitava la sua organizzazione armata e con la violenza delle squadre dominava gran parte dell’Italia settentrionale e centrale, sfidando apertamente lo Stato e finendo per conquistarlo. La marcia su Roma fu poi definita dagli avversari ormai sconfitti, e successivamente anche dagli storici, “una messa in scena”, “una goffa kermesse”, una “trascurabile adunata di utili idioti”: cioè il fenomeno non fu compreso nella sua portata e pericolosità, né prima né – a lungo – dopo. Questo libro, di straordinaria efficacia narrativa, esplora quei mesi drammatici in cui tutto avrebbe potuto accadere, e il cui esito fu invece un regime totalitario.
mercoledì 6 novembre 2013
#NEUROSCIENZE - I neuroscienziati stanno imparando dai paleontologi a leggere nel nostro cervello le "impronte" degli eventi di vita. Il cervello, diversamente da quanto comunemente si crede, si modifica costantemente nel corso della vita. E l'espressione non è una metafora. Aspetti strutturali delle cellule nervose, ma soprattutto le infinite connessioni tra neuroni cambiano nel corso della vita. Si potrebbe dire che "le esperienze di vita scolpiscono il nostro cervello", contribuendo anche dal punto di vista anatomo-funzionale a renderlounico, a renderci unici. Un termine, negli ultimi anni, ha contrassegnato questo ambito della ricerca nelle neuroscienze “plasticità cerebrale".
#PSICOLOGIA - Nel passato chi conseguiva una laurea o si avviava verso una carriera intellettuale (o politica) entrando così a far parte dell'élite socio-economica di una nazione, doveva avere un quoziente intellettivo elevato ereditario, cioè una buona combinazione innata di geni per l'intelligenza. Con la diffusione dell'istruzione di massa e l'accesso ad ambienti più interessanti, anche persone con QI ereditari più bassi hanno potuto intraprendere una carriera intellettuale o politica – in pratica, questo, grazie all'effetto Flynn – per cui il QI medio si è abbassato.
#PASQUINO - Plagio ribadito rimane sgradito - Caro Direttore, leggo (Corriere della Sera, 25 agosto) che Roberto D’Alimonte rimprovera a Luciano Violante di essersi appropriato della sua proposta di doppio turno di coalizione. Sorprende che né un parlamentare di molto lungo corso né un esperto di sistemi elettorali ignorino che il doppio turno di coalizione fu da me formulato in un articolo della rivista “il Mulino” pubblicato nel maggio-giugno 1984; presentato in maniera formale nella Commissione Bozzi per le riforme istituzionali il 4 luglio 1984 (quando l’on. Stefano Rodotá corse a Botteghe Oscure per denunciare al neo-segretario Natta che qualcuno attentava alla proporzionale); collocato come capitolo nel mio libro Restituire lo scettro al principe (ovvero al cittadino sovrano) Laterza, 1985; definitivamente consegnato agli Atti del Senato nella Relazione di Minoranza alla Commissione Bozzi. Il doppio turno di coalizione diede anche luogo ad un furibondo dibattito sulle pagine de “l’Unitá”, “Rinascita” e persino “Repubblica” durato diversi anni fino al referendum sulla preferenza unica di cui fui uno dei promotori. Intendevo garantire la formazione di coalizioni che si candidassero al governo e che ottenessero un premio di maggioranza e un premio di opposizione, ma soprattutto il secondo turno conferiva all’elettore il potere decisivo di scegliere lui/lei stessa la coalizione che avrebbe governato il paese. D’Alimonte ha ragione di dolersi dell’assenza di politologi esperti di sistemi elettorali nella Commissione dei 35 formata, non si sa con quali criteri, dal Ministro Quagliariello, suo collega alla Luiss. Certamente, in quella Commissione, e altrove, sarebbe molto utile la presenza di ex-parlamentari e di esperti che non copiassero sistemi elettorali formulati da altri, ma fossero capaci di innovazioni. Gianfranco Pasquino Presidente della Societá Italiana di Scienza Politica (2011-2013)
#BERLUSCONI - "Sono italiano al 100%. In Italia ho le mie radici. In Italia sono diventato quello che sono. Ho fatto qui l'imprenditore, l'uomo di sport, il leader politico. Questo è il mio paese, il paese che amo, il paese in cui ho tutto: la mia famiglia, i miei amici, le aziende, la mia casa, e dove ho avuto successo come studente, come imprenditore, come uomo di sport e come uomo di Stato. Non prendo neppure in considerazione la possibilità di lasciare l'Italia"
martedì 5 novembre 2013
#Alitalia salva, via libera all'aumento - Via libera all'unanimità del Consiglio di amministrazione di Alitalia alla manovra finanziaria per 500 milioni complessivi destinata a ridare ossigeno alla cassa: 300 milioni arriveranno dall'aumento di capitale e 200 milioni da nuove linee di credito di Intesa Sanpaolo e UniCredit.
#Babis - Il governo della Repubblica Ceca dipende da un miliardario - Dalle elezioni anticipate non emerge una maggioranza chiara. Mentre iniziano le trattative e si conferma la spaccatura tra la ricca Praga e la provincia povera, Andrej Babis, uno degli uomini più facoltosi dell'Europa orientale, festeggia: è lui l'ago della bilancia.
#INDUSTRIA - La concreta utopia di Olivetti - Imprenditore di raffinate qualità, intellettuale visionario (qualcuno lo ha definito un “utopista tecnicamente provveduto”), urbanista, deputato al Parlamento (fondò il Movimento politico “Comunità” e fu tra i primi a denunciare i guasti della “partitocrazia”).
#GLOBALIZZAZIONE - RETE: una possibile definizione - Trama che nasce dall’auto-organizzazione di soggetti che investono per creare, rafforzare, estendere il reciproco legame. La specificità della rete consiste nel mettere in contatto le diverse intelligenze soggettive usando la forza dei legami deboli (Enzo Rullani, L’economia della conoscenza nel capitalismo delle reti).
#CANCELLIERI - Caso Ligresti: Anna Maria Cancellieri, un Guardasigilli ricattabile? - Arrivano le annunciate non dimissioni di Anna Maria Cancellieri. La ministra della Giustizia a poche ore dall’arresto di un noto pregiudicato per tangenti (don Salvatore Ligresti) ha telefonato alla sua compagna. E, dopo essersi scusata per non aver chiamato prima (il minimo, visto che lo storico mazzettaro era sotto inchiesta da mesi per falso in bilancio e aggiotaggio), ha espresso solidarietà alla donna. Poi, per la gioia degli azionisti della FonSai rovinati dalle scorribande dell’indagato e della sua famiglia, le ha ripetuto per due volte che quanto era accaduto non era “giusto”. Infine ha chiuso e ha detto: “Qualsiasi cosa io possa fare, conta su di me, non lo so cosa possa fare, però guarda son veramente dispiaciuta”.
#LETTA - Il premier Letta (che sa le lingue) ha l’ambizione di essere cooptato nei circuiti internazionali. Anche a costo di fare da tappezzeria, come compete all’ultimo arrivato; l’ospite invitato solo per fare numero. Comunque sia, un effetto penoso. Difatti è stato ulteriormente imbarazzante – nella già tale faccenda Datagate – assistere allo schierarsi di Letta senza se e senza ma dalla parte del bullismo degli Stati Uniti, tirando sassate metaforiche contro l’omino coraggioso Edward Snowden, colpevole di aver disvelato meccanismi ignobili della sorveglianza spionistica dell’impero sull’orlo di una crisi di nervi. Impero che prima ha tentato di giustificare le proprie paranoie da segretezza con il tormentone della lotta al terrorismo (anche se risulta un po’ difficile collegare le conversazioni personali di papa Bergoglio alle congiure jihadiste) e poi ha iniziato a praticare lo scaricabarili al proprio interno. Eppure, con alto sprezzo del ridicolo, il chierichetto che rifà Moro con un look manageriale – il flebile Letta – neppure se ne cale. Plateale personificazione della metafora miserevole del correre in soccorso al vincitore. E qui il servilismo si intreccia in un groviglio disdicevole all’opportunismo.
#POLITICA - L'antica tradizione nazionale per cui i servitori dello Stato considerano destinatari delle loro attenzioni solo alcune fasce privilegiate del nostro Stato: i ricchi e potenti, della cui frequentazione ci si lusinga infischiandosene dei conseguenti condizionamenti e inerenti conflitti di interessi
lunedì 4 novembre 2013
#CINEMA - L’aria di famiglia che spira dai libri di Volo e dai film di Zalone è quella dell’album generazionale (anzi, plurigenerazionale) di chi diffida profondamente del potere, e si rifugia nella risata e in un intimismo che vorrebbe almeno sfiorare un «romanticismo» precluso da troppi fattori (a partire dalla rete che moltiplica a dismisura le occasioni di rimorchio)
#COMUNICAZIONE intesa come processo sociale di condivisione della conoscenza (potere), ha assunto ormai una centralità strategica in tutte le sfere della prassi individuale e collettiva: considerando fondata l'equazione conoscenza = potere, ne consegue che tutti i processi, le dinamiche e gli strumenti finalizzati alla condivisione della conoscenza non potranno che determinare una condivisione del potere o, comunque, una riconfigurazione dei sistemi di potere.
http://www.scicom.unipg.it/programmi2013/Scheda%20Dominici%20Comun.pubblica%20a.a.%202013%202014.pdf
Noam Chomsky
Propaganda And Control
Of The Public Mind
La società della conoscenza spinge le organizzazioni complesse a configurarsi come sistemi sociali aperti che tentano di governare l'incerto attraverso la condivisione di una cultura organizzativa e progettuale. La comunicazione, intesa come processo sociale di condivisione della conoscenza (potere), ha assunto ormai una centralità strategica in tutte le
sfere della prassi individuale e collettiva: considerando fondata l'equazione conoscenza = potere, ne consegue che tutti i processi, le dinamiche e gli
strumenti finalizzati alla condivisione della conoscenza non potranno che determinare una condivisione del potere o, comunque, una riconfigurazione dei sistemi di potere. È in questa prospettiva d'analisi che si inserisce la riflessione e l'analisi critica sul ruolo essenziale della comunicazione pubblica - sui processi e gli strumenti che la connotano - vera e propria
"cinghia di trasmissione" tra sistema di potere e società civile in grado di ridefinire i confini della cittadinanza e le forme del vivere democratico
(differenza tra cittadinanza e sudditanza). Nel complesso rapporto tra cittadino e Stato (P.A.), i valori fondanti della trasparenza e dell'accesso alle
informazioni si rivelano così ancor più decisivi in un'epoca segnata da una sfera pubblica sempre più "ancella" del sistema di potere, dall'ipertrofizzazione degli apparati burocratici e dalla progressiva
dissoluzione dello spazio pubblico.
Piero Dominici
Sfera
pubblica e società della conoscenza
(2008)
La
ricerca di un paradigma più flessibile
L’avvento
della modernità complessa [Dominici 2005] ha innescato, tra
le molteplici dinamiche, un processo di ipertrofizzazione
degli apparati burocratici risultanti dal rafforzamento dei vecchi
Stati-nazione che, a sua volta, ha determinato la progressiva
dissoluzione di quello spazio pubblico definito
dallo stato di diritto come il “luogo” in cui tutte le istanze
sociali, le modalità della rappresentanza politica e, soprattutto,
la tutela dei diritti devono trovare legittimazione e riconoscimento
da parte delle collettività.
Il
processo di evoluzione dei neonati regimi democratici, spesso
culturalmente fondati sul concetto di “sovranità popolare”1
e sulla mancata definizione del rapporto tra i valori fondanti della
libertà e dell’uguaglianza [Rawls 1971; Dworkin
1978; Maffettone 1991; Sen 1992; Bobbio 1995], ha causato una
radicale politicizzazione della sfera pubblica che,
articolatasi poi in istituzioni politiche e in nuove istanze sociali
in cerca di un riconoscimento pubblico e di una traduzione operativa
in norme di diritto, è andata configurandosi sempre più – con il
suo carattere di globalità – come “sistema
autopoietico”.
1
“Sovranità popolare” intesa come egemonia
o predominio delle maggioranze.
Lo
spazio operativo della sfera pubblica si è visto in tal modo
drasticamente ridimensionato, in maniera peraltro inequivocabile,
alla sola questione della “rappresentanza”. La politica entra
in crisi forse proprio nel momento in cui la sfera pubblica si
configura sempre più come ancella del sistema di
potere. In quel momento viene meno, cioè, per dirla con
Habermas, quel livello di mediazione tra sistema e mondo della
vita che si fonda su un agire comunicativo in grado di
tematizzare criticamente istanze sociali e opinioni generatesi
all’interno del mondo della vita e della società civile,
dando loro piena legittimità oltre che rilevanza pubblica.
La
rivoluzione digitale e il conseguente avvento della Network
Society [Castells, 1996], il progresso tecnologico e il mutamento
culturale globale in atto hanno determinato una complessificazione
della prassi e, in particolare, delle interazioni sociali
senza precedenti nel percorso evolutivo dei sistemi sociali. Il
processo di de-costruzione di tutti i paradigmi scientifici e dei
sistemi di orientamento conoscitivo e morale (politica)
– iniziato e portato avanti dal pensiero del Novecento – sta
procedendo a ritmi talmente sostenuti da rendere estremamente
complicata la definizione e la formulazione di modelli interpretativi
del reale.
L’inevitabile
dilatazione della prassi (non soltanto politica)
costringe, pertanto, la comunità scientifica a ripensare, se non
addirittura a riformulare, le stesse categorie concettuali – e, tra
queste, quella di “sfera pubblica”2 che si è rivelata assolutamente centrale – che hanno consentito
per molto tempo la decodifica dei mutamenti socio-culturali.
2 Per avere un quadro di
riferimento introduttivo al tema si veda W.Privitera [2001], opera
nella quale l’Autore prende in esame i diversi modelli di sfera
pubblica e riflette criticamente sulla crisi della sovranità
popolare nell’era
della globalizzazione.
Ed
è proprio questa dilatazione a richiedere un significativo
sforzo a studiosi e intellettuali, nel tentativo di elaborare un
paradigma più flessibile del concetto di “sfera pubblica”
- e di quello di “opinione pubblica”
[Price, 1992]. Tale necessità si rende ancor più urgente
proprio in questa dimensione rivelatasi – come detto - assolutamente
strategica per il progresso dei regimi democratici e, forse, per la
loro stessa sopravvivenza. Ad essere in gioco sono i diritti di
cittadinanza, vale a dire l’accesso alle informazioni ed
alle conoscenze ma anche, e soprattutto, la possibilità di un loro
utilizzo più consapevole e produttivo – produzione sociale di
conoscenza - finalizzato ad incidere sulle decisioni politiche e la
dialettica democratica (comunicazione come trasparenza).
Perché si può essere “sudditi” anche in un regime democratico.
Affermando ciò, dovremmo allargare il discorso – ma non è questa
la sede – al tema fondamentale della scuola e dell’istruzione
perché, inevitabilmente, una scuola diseguale produce e
ri-produce una società diseguale. A maggior ragione, in sistemi
sociali che non riescono a garantire neanche l’eguaglianza delle
opportunità di partenza. Si tratta, pertanto, di una
ridefinizione di assetti e gerarchie (concetto di disintermediazione)
che (ri)configura lo spazio di un “sapere condiviso” e chiama in
causa questioni legate alle criticità, non solo strutturali, della
società della conoscenza: digital divide, asimmetrie
informative/conoscitive, competenze, formazione, (nuove)
responsabilità. Si
tratta di tematiche fondamentali, che non possono non essere
affrontate anche a livello internazionale3:
in caso contrario, ci troveremo di fronte ad una società della
conoscenza che rafforzerà ulteriormente élite e gruppi di
potere (locali e globali). Anche perché le nuove tecnologie
dell’informazione stanno contribuendo in maniera decisiva al
processo di costruzione di una nuova sfera pubblica
metanazionale caratterizzata da modalità di interazione sociale
del tutto innovative, in grado di stravolgere le tradizionali
logiche della dialettica democratica e della rappresentanza e,
più in generale, dell’arena politica ormai anch’essa
globale4.
Ma l’innovazione tecnologica senza cultura non porta mai
troppo lontano o, quanto meno, non allarga la base di chi può trarne
beneficio.
L’era
dell’E [Beck,
1993], dominata da ambivalenza ed entropia, si
configura sempre più come società della comunicazione edificata
sulla condivisione delle informazioni e delle conoscenze5.
Un fase in cui, tuttavia, si assiste alla crisi, sempre più
preoccupante, del welfare provocata da un complesso processo
di mutamento del mercato del lavoro, che sta ridisegnando l’intera
stratificazione sociale a livello locale e globale; rendendo,
oltretutto, la precarietà una condizione esistenziale e
indebolendo il sistema dei diritti e delle tutele.
3
Non a caso gli analisti più
attenti e critici parlano di società
civile transnazionale
e di sfera pubblica
postnazionale.
4
Si pensi al dibattito
contemporaneo, estremamente articolato, sulla questione della
democrazia
e delle sue possibili “derive” (concetto di “postdemocrazia”),
legate paradossalmente proprio alle maggiori opportunità (concetto
di “poliarchia”) che la democrazia stessa definisce e determina.
Si vedano in particolare: L.Canfora [2004]; C.Crouch [2000]; R.Dahl
[1998]; J.Dunn [2005]; G.Sartori [1992]; G.Schiavone [2001]. Per
un’introduzione chiara ed esauriente al concetto, si rimanda alla
voce curata dallo stesso Norberto Bobbio per il celebre Dizionario
di politica, UTET,
Torino [ed.1983 e 1990], diretto da N.Bobbio, N.Matteucci,
G.Pasquino.
5
In tal senso, occorre essere profondamente consapevoli che la
cosiddetta “economia della conoscenza” deve necessariamente
fondarsi proprio sulla condivisione
di questa
straordinaria risorsa immateriale; condivisione
che costituisce il
pre-requisito fondamentale senza il quale viene negata di fatto la
possibilità della produzione
stessa di conoscenza.
L’attuale
sistema-mondo, caratterizzato dalla radicale incertezza dei
sottosistemi che lo costituiscono, introduce nell’analisi altre
variabili funzionali alla produzione di nuove disuguaglianze sempre,
e comunque, correlate alla possibilità di accedere, gestire e
produrre conoscenze indispensabili per esercitare i diritti di
cittadinanza. La cosiddetta società globale del rischio
[Beck, 1999b] obbliga di fatto i vecchi Stati-nazione a ideare e
mettere in campo politiche sempre più mirate alla crescita
economica: allo stesso tempo, si tratta di strategie che non riescono
anche a prevenire completamente i rischi generatisi nel frattempo: e
per far questo, è necessario ricercare il supporto delle
opinioni pubbliche.
La comunicazione si conferma, oltre che come “valore
aggiunto” della cosiddetta modernizzazione riflessiva, anche
come vera e propria “essenza dell’uomo contemporaneo”. Sono
emerse, in tal senso, diverse sollecitazioni all’approfondimento.
In particolare, lo spunto più importante potrebbe essere così
sintetizzato: le nuove tecnologie della comunicazione, oltre a far
saltare progressivamente (dis-intermediare) qualsiasi
meccanismo di mediazione politica e/o sociale, hanno il
potere, forse illimitato, di estendere le possibilità e le
occasioni comunicative dell’umanità, facilitando l’accesso
e lo scambio di informazioni e conoscenze tra gli individui
(società della conoscenza). Detto in altri termini, la Grande
Rete (Internet) accresce in maniera esponenziale le condizioni per
una distribuzione capillare delle capacità di comunicare, calcolare
e archiviare le informazioni stesse; questo aspetto non deve essere
assolutamente sottovalutato, dal momento che costituisce il
principale indicatore della straordinaria trasformazione delle
dinamiche e dei processi economici (e socioculturali) in atto a
livello globale. Va
anche sottolineato che questo sistema
reticolare mondiale pone
il Soggetto “di fronte al mondo incerto” e gli richiede
conseguentemente un livello sempre più elevato di conoscenze anche,
e soprattutto, per essere fino in fondo “cittadino” . Gli
osservatori più critici e pessimisti, a questo punto, osservano che
il singolo sarà “solo” di fronte al mondo, che gli si
prospetterebbe come realtà virtuale, con un peso forse
insostenibile, “solo” con le sue scelte
illusorie o predeterminabili da
chi detiene il potere o da un gruppo sociale di appartenenza
reinventato o riplasmato dallo stesso sistema della comunicazione
globale. Gli osservatori più spassionati ed ottimisti, invece,
vedono nella molteplicità delle occasioni comunicative e
nell’estensione delle sfere raggiungibili, altrettante “chances”
di scelta per il singolo, scelte libere di ogni tipo,
pragmatico-operativo, tecnico-conoscitivo, psicologicamente autonome
e moralmente valutabili di volta in volta, scelte comunque mediate
attraverso i valori del
gruppo sociale di appartenenza.
L’attenzione della nostra analisi va posta, in particolare, sulla
qualità delle attuali
interazioni comunicative che caratterizzano la nuova
sfera pubblica,
riflettendo sulla comunicazione come processo
sociale,
caratterizzato da un “ecosistema comunicativo” di relazioni, più
o meno, simmetriche. L’ambivalenza del processo di glocalizzazione
[Robertson,
1995] non
può che avere ricadute sui singoli attori sociali, sulla qualità
delle loro relazioni e sulle reti
di interazione sociale di
cui fanno parte (oltre che, evidentemente, sui sistemi e sulle
organizzazioni), all’interno delle quali – come Mead ha
opportunamente dimostrato – si strutturano l’autocoscienza, la
razionalità, le identità culturali e, soprattutto, i significati
condivisi che rendono possibile la “società”.
Per
un nuovo
contratto
sociale: il
ruolo delle “soggettività etiche”
La
comunicazione etica
– non è inutile ripeterlo – “costruita”
su principi razionali acquisiti in maniera intersoggettiva e
finalizzata alla
conoscenza condivisa,
può avere un ruolo davvero importante a molteplici livelli di
criticità:
nella rinascita di un Umanesimo
garante dei fondamentali diritti di cittadinanza globale; nella
formazione della “società civile transnazionale” [Beck, 1997];
nella effettiva realizzazione di una politica interna mondiale che,
seppur con modalità estremamente criticabili, i vecchi stati-nazione
iniziano a perseguire; nella decisiva promozione,
a livello globale, di strategie finalizzate a realizzare quella
“società della conoscenza diffusa” che, nel lungo periodo,
potrebbe costituire - in un’epoca nella quale le informazioni,
le conoscenze
e l’accesso
[Rifkin, 2000] ad esse rappresentano le fonti di ricchezza e di
potere più importanti – una risorsa inesauribile per la riduzione
delle disuguaglianze mondiali6 e per la questione cruciale dei diritti umani e di cittadinanza. Ad
un livello “micro”, non meno importante, i presupposti della
comunicazione etica e sociale e del modello della condivisione
della conoscenza
potrebbero definitivamente determinare un salto di qualità senza
precedenti nelle prassi organizzative (interne ed esterne) degli
stati-nazione, delle pubbliche amministrazioni e delle imprese,
soprattutto in un sistema produttivo che si configura sempre più
come società dei servizi.
Nel
portare avanti questo “progetto”, legato ad una Diskursethik
che ricerca
l’eguaglianza
e la responsabilità
degli attori coinvolti nell’atto comunicativo, è necessario
confrontarsi con i percorsi
del pensiero, non soltanto etico, del Novecento, portatore
del valore del
relativismo [Nagel,
1997]7
e della sostanziale e universale – per dirla con Wittgenstein -
eterogeneità dei
giochi linguistici e delle forme di vita.
L’atto linguistico permette di creare una “relazione
intersoggettiva”, in quanto chi lo produce crea
contemporaneamente una relazione sempre riferita ad un sistema
di regole: la comunicazione è, in tal senso, alla
base del contratto sociale. Il concetto di
“intersoggettività” costituisce l’elemento fondante l’identità
individuale e gli stessi principi etici, comunque autonomamente
selezionati, si originano all’interno di dinamiche
discorsive e, più in generale, comunicative razionalmente
fondate e orientate verso un’intesa che non può essere
imposta8.
6
Disuguaglianze
che sono anche politiche e culturali.
7 E.Tugendhat [1984] definisce il “relativismo” come la
“constatazione di una molteplicità di convinzioni morali
reciprocamente contraddittorie […] che avanzano ciascuna una
propria pretesa assoluta” [p.69].
8
La teoria di Jürgen Habermas risente molto, sotto questo aspetto,
dell’influenza di George Herbert Mead che, nel proporre
l’interessante concetto di “Altro generalizzato”, arriva ad
affermare che “L’atteggiamento dell’altro generalizzato é
l’atteggiamento dell’intera comunità. (...) Nel periodo
astratto l’individuo assume l’atteggiamento dell’altro
generalizzato verso se stesso (...) solo così il pensiero - o la
conversazione internalizzata dei gesti che costituiscono il pensiero
- si dà” [Mead,
1934:154].
Il Soggetto si ritrova direttamente coinvolto in una
fitta rete di rapporti sociali che é preesistente
all’affermazione della sua personalità e che lo condiziona:
“Il processo da cui il sé emerge é un processo sociale che
implica l’interazione degli individui nel gruppo, implica la
preesistenza del gruppo” [Mead, 1934: 164].
Pur
nella diversità delle prospettive, alla base dell’opera di questi
studiosi che costituiscono il collante
teorico di tutta la nostra analisi, sta il profondo convincimento che
“La socialità non è un accidente né una contingenza; è la
definizione stessa della condizione umana” [Todorov, 1995: 29]:
tutti gli individui sono segnati da un’incompletezza originaria che
viene colmata
soltanto nel corso dell’esistenza
sociale9.
Dunque, è solo nel corso del processo di socializzazione,
e all’interno delle reti (comunicative)
di interazione sociale, che l’attore sociale, oltre a strutturare
la sua coscienza
di sé
e la sua identità,
inizia a tessere
e, successivamente, ad alimentare la trama del sistema dei valori
etici e conoscitivi, che costituisce la base per il consenso
[Habermas 1981a: 199].
All’interno di questo processo10,
il medium
della “lingua corrente” svolge una funzione fondamentale, per non
dire vitale, per il sistema stesso, orientandolo verso l’intesa
ed il reciproco
riconoscimento da
parte di tutti i soggetti. Una centralità
che richiede consapevolezza – e capacità di controllo – della
natura complessa delle “competenze comunicative” e che si
manifesta nella produzione della cultura
e, in particolare, nel processo di costruzione
sociale dei significati condivisi
a
9 “La fonte di ogni giudizio è nel riferimento all’altro […] e
dunque tanto l’etica quanto l’estetica non possono nascere che
in società. Non possiamo giudicarci senza uscire da noi stessi e
guardarci con gli occhi degli altri. Se si potesse allevare un
essere umano in isolamento, questi non potrebbe esprimere alcun
giudizio, neppure di sé: gli mancherebbe uno specchio per vedersi”
[Todorov, 1995: 34].
10 Ciò può avvenire nel momento
in cui “I soggetti capaci di parlare ed agire vengono anzi
costituiti quali individui solamente perché, in quanto membri di
una comunità linguistica ogni volta particolare, crescono in un
mondo della vita intersoggettivamente diviso. Nei processi di
formazione comunicativi si costituiscono e si conservano
cooriginariamente l’identità del singolo e quella del collettivo”
[Habermas, 1991: 11].
livello locale e globale. Si deve
inoltre prendere atto, oltre che del potenziamento dei mezzi, del
processo di proliferazione
dei canali comunicativi e delle modalità comunicative.
Nell’era della glocalizzazione, la riflessione del sociologo
e filosofo tedesco risulta particolarmente attuale, soprattutto per
ciò che riguarda la sua ricerca dei prerequisiti universali decisivi
per realizzare l’intesa con l’ALTRO. Intesa che,
anche per Apel (che parla di atti di comunicazione linguistica),
si realizza sulla base di una razionalità comunicativa e non
della razionalità dei mezzi e dei fini formulata da Weber.
Intesa che potrebbe essere tradotta in termini
operativi come scambio delle risorse conoscitive, riduzione
dell’incertezza globale, riconoscimento dei “diritti di
cittadinanza globale”, condivisione di (alcuni) principi etici e
normativi11,
politiche transnazionali di sviluppo, formazione di una
società civile transnazionale, politiche educative per la
società multiculturale e per educare alla cittadinanza.
Ed è, in tal senso, che nella teoria dell’agire comunicativo, nel
tentativo di fondere insieme teoria dell’azione e teoria dei
sistemi e, avvertendo l’esigenza di una razionalità
comunicativa, emerge il rapporto dialettico esistente tra
“agire strumentale” e “agire comunicativo”, tra “sistemi”
e “mondo della vita”. In particolare, il concetto di
“mondo della vita” (Lebenswelt) è il meccanismo
essenziale che assicura la riproduzione dei sistemi sociali:
11
Processo che, non senza difficoltà, sta già avvenendo a livello
di diritto internazionale.
Sotto l’aspetto funzionale
dell’intendersi l’agire comunicativo
serve alla tradizione e al rinnovamento del sapere culturale; sotto
l’aspetto del coordinamento delle azioni
esso serve all’integrazione sociale e alla
produzione di solidarietà: sotto l’aspetto
della socializzazione l’agire comunicativo
serve infine alla formazione di identità personali. Le strutture
simboliche del mondo vitale si riproducono attraverso la
continuazione del sapere valido, la stabilizzazione della solidarietà
di gruppo e la formazione di attori imputabili. Il processo di
riproduzione collega situazioni nuove agli stati esistenti, e
precisamente nella dimensione semantica
dei significati e dei contenuti (della tradizione culturale)
altrettanto come nelle dimensioni della spazio
sociale (di gruppi socialmente integrati) e
del tempo storico
(delle generazioni in successione). A questi processi della
riproduzione culturale,
dell’integrazione sociale e
della socializzazione
corrispondono, quali componenti strutturali
del mondo vitale, la cultura, la società e la persona […] Il campo
semantico di contenuti simbolici, lo spazio sociale e il tempo
storico costituiscono le dimensioni
nelle quali si estendono le azioni comunicative. Le interazioni
intrecciate nella rete della prassi comunicativa quotidiana
costituiscono il medium
attraverso il quale la cultura, la società e la persona si
riproducono [Habermas, 1981b: 730-731].
Lo stesso Habermas precisa che questi complessi processi riproduttivi
riguardano in modo particolare le strutture simboliche del mondo
vitale, dalle quali è fondamentale distinguere il substrato
materiale del mondo vitale e i mezzi che ne rendono possibile il
mantenimento12.
Il linguaggio, finalizzato all’intesa con l’Altro,
basandosi su presupposti comunicativi universali che richiamano il
concetto di “intersoggettività”, permette di trascendere la
sfera intima e privata di ogni individuo, mettendolo in condizione di
partecipare empaticamente al discorso.
Nella cosiddetta società del rischio, la conoscenza diventa essa
stessa fattore di rischio e vulnerabilità per i sistemi: lo
straordinario potenziamento delle modalità comunicative e la
radicale differenziazione dei canali dell’offerta formativa
(policentrismo formativo) hanno comportato una crescente capacità
di autodeterminazione da parte del Soggetto in fatto di scelte,
valori, modelli di comportamento, schemi cognitivi. Ma ad essere
sconvolto nel suo complesso è il sistema simbolico condiviso. Il
concetto di “intersoggettività senza costrizione” è, in tal senso, davvero produttivo in termini di ricadute positive per il nostro discorso.
12
In questo caso, tornano in gioco
le categorie weberiane, in quanto “La riproduzione
materiale si compie
attraverso il medium
dell’attività in vista di uno scopo, con la quale gli individui
socializzati intervengono nel mondo per realizzare i propri fini”
[Habermas, 1981b: 731].
Ciò significa elaborare modelli e strategie
funzionali al consolidamento delle importantissime reti di relazione
sociale (oggi anche virtuali), all’interno delle
quali l’attore sociale si orienta e la sfera pubblica si
costituisce.
Il sistema-mondo e la nuova economia informazionale, globale
e interconnessa, richiedono una nuova sensibilità per le
problematiche riguardanti il Soggetto, i rapporti sociali e lo
“spazio del sapere”. Habermas ci viene, ancora una volta, in
aiuto formulando i concetti di interrelazione ed
intersoggettività, che si rivelano interessanti anche, e
soprattutto, nell’ottica di un rafforzamento della sfera
pubblica politica [Habermas, 1962] transnazionale. Ad
essere investite da questo importante mutamento sociale sono
state tutte le dimensioni della prassi individuale e
collettiva: dalla politica all’economia, dall’etica all’estetica.
In altre parole, in questa nuovo “tipo” di sistema sociale,
caratterizzato dal coinvolgimento delle masse nei meccanismi
di produzione e consumo delle merci e dei servizi, si trasforma il
rapporto del Soggetto – e del suo gruppo di riferimento –
con il potere, con la conoscenza, il lavoro, il consumo stesso13
e la fruizione estetica.
Il
processo di convergenza
tra le tecnologie della comunicazione porta con sé anche grandi
possibilità di civilizzazione. E’ fondamentale che, di fronte a
mutamenti di questo rilievo, si rifletta a fondo, oltre che
sull’impatto, anche sui possibili progetti da realizzare, dal
momento che «Le decisioni tecniche, l’adozione di norme e di
regolamenti, le politiche tariffarie, contribuiranno, lo si voglia o
no, a dar forma all’impianto
collettivo della sensibilità, dell’intelligenza e del
coordinamento che
andranno a costituire domani l’infrastruttura di una civiltà su
scala mondiale» [Lévy, 1994: 15]. Si delinea così, per l’uomo
moderno - che potremmo definire suggestivamente «individuo
multimediale»14
- una prospettiva inedita di nomadismo,
in cui lo spostamento non si verifica più a livello fisico
(spostandosi da un punto all'altro nello spazio), bensì navigando a
vista attraverso innumerevoli «mondi di vita» - spesso virtuali, ma
non per questo meno stimolanti e carichi di valenza simbolica (anzi)
- ed infinite «province di significato». L’intelligenza,
con l’aiuto delle tecnologie informatiche, potrà essere
distribuita
ovunque e costantemente valorizzata, generando una nuova civiltà
della comunicazione e del
sapere condiviso. Non a caso, i principali studiosi e teorici della
modernità radicale e della globalizzazione avvertono come primaria
l’esigenza di una ricollocazione
della politica
o, addirittura, di una sua reinvenzione15.
Un
ri-posizionamento
della politica e del sistema di potere che si rende necessario non
soltanto rispetto alla sfera pubblica ma anche rispetto ai singoli
attori sociali, capaci
addirittura di produrre la
“propria” cultura e di stabilire una “propria” agenda
delle priorità che il sistema di potere sarà costretto a
considerare. Si tratta di individui – occorre ribadirlo con forza
– probabilmente slegati dalle tradizionali appartenenze, sempre più
autonomi e consapevoli delle loro scelte come stanno, peraltro, ad
indicare alcuni fenomeni – statisticamente rilevati – tra cui la
radicale differenziazione dei consumi non soltanto culturali e la
proliferazione delle cosiddette “diete multimediali”.
13 Su
questo tema cfr., in particolare, l’interessante concetto di
“consumo vistoso”, definito come simbolo di status
sociale e strumento di prestigio individuale in una società
competitiva, nell’opera di T.Veblen [1899] che, nonostante tutto,
conserva intatte originalità e attualità dell’analisi; tra le
voci molto critiche si veda anche la breve, ma interessante,
raccolta di scritti, pubblicati su riviste francesi e italiane, di
J.Baudrillard [1987].
14
Insieme alle questioni del digital
divide e della
privacy,
avevamo affrontato l’argomento in P.Dominici [1998].
15
Il titolo originale dell’opera di Ulrich Beck [1993], Die
Erfindung des Politischen,
tradotto in italiano con L’era
dell’E, significa
in realtà “La reinvenzione della politica”.
"Pensiero
complesso" e
condivisione della conoscenza. Interpretare
e "governare" il mutamento
Un’ulteriore
conferma di questa urgenza viene dall’interessante processo di
crescita di movimenti politici e di gruppi di pressione che, non
riconoscendosi nelle tradizionali ideologie egemoni e nel sistema dei
partiti, si assumono la responsabilità di confrontarsi con il
Sovrano
su istanze sociali generatesi dal
basso, all’interno
di reti di discussione
pubblica, che però
dovranno trovare necessariamente una loro traduzione operativa. Siamo
di fronte ad una sfera
di discorso che è
stata fin troppo ridimensionata dal dominio dell’economia
(anch’essa destinata a rigenerarsi dal
basso), dal weberiano
impietrimento nella
meccanizzazione e,
soprattutto, dalla tecnocrazia16
e dalla tecnoscienza
[Bucchi, 2006;
Virilio, 2002], che hanno sostituito quasi completamente l’ambiente
naturale con un ambiente
artificiale plasmato e
strutturato dalle
tecnologie17.
Una sfera di discorso depotenziata che, al contrario, deve
assolutamente tentare di riguadagnare i suoi spazi
decisionali,
tenendo conto delle opinioni, delle istanze e dei movimenti
germogliati in una configurazione
multireticolare.
L’obiettivo
cruciale è governare la
globalizzazione: un
processo complesso che richiede un pensiero complesso (oltre ad una
logica sistemica) e che si sta evolvendo in maniera del tutto
autonoma,
quasi in una sorta di autopoiesi18
e che, conseguentemente, tende a delinearsi sempre più come un
mega-sistema
autoreferenziale capace di generare e riprodurre da sé gli elementi
che lo strutturano.
La
complessità
insita nel processo di globalizzazione e nella società
del rischio ci obbliga
a riformulare le categorie
dell’agire politico – su tutte, quella di “sfera pubblica” -
e ad allargare i nostri orizzonti di pensiero e di azione: occorre,
cioè, “elaborare una politica che non si limiti a seguire le
regole, ma le cambi,
una politica non solo dei politici, ma della società,
non solo di potenza, ma di configurazione,
un’arte della politica”
[Beck, 1993: 25].
Anche perché la stragrande maggioranza di quelle regole fondamentali
sono nate in un contesto di Stato-nazione
forte,
nel quale le categorie dicotomiche politica interna/politica estera
risultavano adeguate. Un ripensamento complessivo
16 All’interno della complessa e, allo stesso tempo, ben articolata
riflessione sulla tecnica
e sulla cosiddetta “tecnocrazia” - potere affidato agli
“esperti” e fondato sulla tecnica
e sul sapere scientifico - si veda, in particolare, l’introduzione
alle principali teorie sull’argomento di M.Nacci [2000]; per una
rivisitazione critica dell’ideologia tecnocratica cfr. C.Finzi
[1977]. Si veda anche, in una prospettiva più ampia, U.Galimberti
[1999]. Per ciò che riguarda, invece, la prassi politica e il
concetto di “tecnopolitica” rinviamo a S.Rodotà [1997].
17
Su queste tematiche si vede l’opera di S.Latouche [1995]. Si
vedano anche R.Marchesini [2002] e H.Popitz [1995] insieme alla
prefazione di F.Ferrarotti.
18
Utilizzo questo termine nell’accezione che ne dà Niklas Luhmann
riferendosi al concetto di “sistema”: vale a dire, come la
capacità del sistema
di difendersi dalle minacce
dell’ambiente, non attraverso un migliore adattamento a questo,
bensì creando esso stesso gli elementi che lo costituiscono ed
evolvendosi, così, in maniera del tutto autonoma. Vorrei qui
ricordare che Luhmann definisce il “sistema” a partire dalla
distinzione sistema/ambiente, introducendo anche il concetto di
“mondo”. Per “mondo”, il sociologo e filosofo tedesco
intende la realtà
esterna al sistema
(insieme delle
possibilità indeterminabili)
caratterizzata da una complessità senza limiti; mentre al concetto
di “ambiente” associa il significato di insieme
delle possibilità determinabili
effettivamente presenti in una situazione. Il “sistema”, invece,
si distingue dall’ambiente in quanto insieme selezionato delle
possibilità
determinabili
presenti nell’ambiente stesso. A tal proposito, Luhmann introduce,
sempre riferendosi al “sistema”, il concetto di
“autoriferimento”, volendo indicare la capacità del sistema di
descriversi e percepirsi come unità. E’, quindi, il processo di
riduzione della
complessità
dell’ambiente a strutturare il sistema, consentendogli di
regolarsi autonomamente. Le “minacce” e gli stimoli
dell’ambiente (complessità)
diventano significativi per il sistema sempre nell’ambito della
traduzione
che esso ne dà in modo autoreferenziale.
Per approfondire l’affascinante “teoria dei sistemi
autoreferenziali” di Luhmann si veda N.Luhmann
[1984]. Cfr.
anche N.Luhmann, The
Autopoiesis of social Systems, in
Niklas Luhmann [1990]. Sul
concetto di “autopoiesi” e di “sistema autoreferenziale” si
veda la fondamentale opera – che ha profondamente influenzato il
pensiero contemporaneo e tutta la “teoria dei sistemi” – dei
due neurofisiologi cileni Humberto R.Maturana e Francisco J.Varela,
i quali negli anni Settanta del secolo scorso formularono la famosa
“teoria dei sistemi autopoietici”. Gli studi di Maturana e
Varela hanno avuto, inoltre, il grande merito di analizzare la
complessità
di tutti i sistemi “viventi”, biologici e sociali, mettendoli a
confronto. Rinviamo pertanto all’opera: H.R. Maturana, F.J.Varela
[1980]. Per un ulteriore approfondimento, si veda N. Addario [1998].
di teoria
e prassi,
così come erano state concepite nella modernità industriale, che si
inquadra nella prospettiva di una modernità
radicale,
in cui la dimensione della riflessività - intesa anche come
autoanalisi,
come presa d’atto
di una complessità
accresciuta e
dell’esistenza di altre
culture19
- ha assunto un peso
molto rilevante, sia dal punto di vista teorico-concettuale che da
quello pratico-strategico
[Beck, A.Giddens, S.Lash,
1994; Ferrara, 1998].
Per
dirla
con Beck, la modernità industriale, con tutte le sue istituzioni
di controllo e protezione,
ha subito un processo di radicale invecchiamento, con il risvolto più
volte ricordato della Risikogesellschaft,
che inevitabilmente la spinge all’autocritica. Per dirla
con Luhmann, nell’era della globalizzazione la dimensione di ciò
che è (perlomeno in apparenza) tecnicamente
controllato è
divenuta ipertrofica
rispetto a quella del non-tecnicamente-controllato
e, considerato che la
tecnica
con i suoi nuovi poteri
– i cui esiti sono,
almeno per ora, difficilmente valutabili - porta con sé nuovi rischi
ed incertezze a livello globale, possiamo senz’altro affermare che
la prassi
tecnologica,
contemporaneamente all’avvento del mercato globale, ha reso i
“mondi di vita” estremamente più incerti.
La comunicazione viene a costituire lo spazio socioculturale
all’interno del quale vengono promossi e condivisi i
significati, i simboli e le pratiche culturali funzionali ai
processi di mediazione simbolica e di riduzione della complessità.
In altri termini, la comunicazione permette ai valori, alle
conoscenze ed ai modelli di comportamento propri di un sistema
sociale di diventare egemoni creando equilibrio e consenso;
al contrario, può anche consentire che si affermino nuovi paradigmi,
orientamenti e credenze sia a livello teorico che pratico. E’ un
processo che rappresenta una sorta di circuito multidimensionale che
innerva il sistema-mondo nel suo complesso, i singoli sistemi sociali
e le reti di interazione sociale esistenti tra gli attori
che ne fanno parte (ecosistema). Ed è proprio attraverso la
comunicazione (e il linguaggio) che gli attori sociali (e,
perchè no, le persone) si sono sempre mostrati capaci non
soltanto di adattarsi all’ambiente ma anche di trasformarlo;
capaci non soltanto di accettare le oggettivazioni culturali,
ma anche di negarle o metterle in discussione.
La modernizzazione riflessiva e la società del rischio
globale, avendo esteso in maniera smisurata i confini dell’azione
sociale e, soprattutto, quelli della prassi, rendono assolutamente
necessaria l’estensione di un’azione e di una prassi
eticamente orientate, basate su una comunicazione
etica che non può che essere l’esito, tutt’altro che
scontato, di un processo razionale di acquisizione intersoggettiva
e, allo stesso tempo, di una profonda consapevolezza circa le “nuove”
responsabilità e l’urgenza di una loro universalizzazione.
L’esperienza sociale si basa pertanto, da una parte, sul continuo
intrecciarsi di relazioni reciproche e su complesse dinamiche
tra i diversi Sé ed i valori coincidenti con i fini
sociali e, dall’altra, su una costante mediazione tra i
conflitti che inevitabilmente si generano per la molteplicità degli
interessi in gioco; conflitti che – in questo consiste la condotta
etica e, ancor di più, la “vera” comunicazione (etica) –
devono essere ricomposti attraverso la razionalità. La Politica
nasce e si sviluppa, in un certo senso, proprio per assolvere la
funzione strategica di “dispositivo” per la mediazione del
conflitto.
Va ribadito che, nel complesso panorama della nuova comunicazione
mondo, la Rete delle reti (Internet), protagonista assoluta di
questo tempo, si configura come unico (meta)medium-messaggio
responsabile dell’interconnessione globale [Castells, 2001;
Breton, 2001; Carlini, 2002]. Un metamedium dai “lineamenti”
ambigui e ambivalenti in grado, allo stesso tempo, sia di determinare
la “fine del legame sociale” (o, quanto meno, il suo
indebolimento) che di potenziare le sinapsi che uniscono gli
snodi delle rete del sistema in cui si producono conoscenza, cultura,
strategie di azione e cooperazione (capitale sociale20).
19 E dobbiamo prendere atto anche
“della contingenza dell’appartenenza di determinati elementi a
determinate culture” [Luhmann,
1992: 59].
20
Le reti
sistemiche di
relazione sociale definiscono le modalità degli scambi
interindividuali (intersoggettivi),
favorendo, in funzione della fiducia
e della cooperazione
che questi richiedono, il raggiungimento di obiettivi finalizzati
alla realizzazione del “bene pubblico” e/o di un interesse
collettivo. Ciò può
implicare – in quanto non è scontato - una maggiore
consapevolezza dell’importanza del rispetto delle norme e del
“senso civico”: l’altruismo e il comportamento cooperativo
tendono a configurarsi, in tal senso, come veri e propri “motori
sociali” dello sviluppo. Cfr. J.S. Coleman [1990], con
particolare riferimento alla seconda parte dell’opera in cui,
oltre alla questione fondamentale del “capitale sociale”, si
affrontano i seguenti argomenti: i sistemi di scambio sociale,
rapporti e sistemi di autorità, i sistemi di fiducia, il
comportamento collettivo e le norme efficaci (domanda e
creazione).Si rinvia anche ad una lettura degli altri contributi
contenuti nel volume [supra
e infra].
L’utopia della "Knowledge Society" e le opportunità di "modificare il sistema"
La Knowledge Society costituisce, in tal senso, una
straordinaria utopia fondata su concrete, oltre che inedite,
opportunità di accesso alla conoscenza, alla sua produzione e
distribuzione. La struttura reticolare di Internet e
l’intensità dei flussi che questa consente possono semplificare la
definizione di un rapporto più diretto tra “sfera pubblica” e
“sfera privata”, tra sistema di potere e società civile,
tra responsabilità individuale e responsabilità collettiva.
L’affermazione di nuove forme di soggettività più autonome
e responsabili21 potrebbe, per certi versi paradossalmente, creare le premesse
fondamentali per lo sviluppo di una democrazia realmente
“deliberativa” e non soltanto “procedurale”, anche se occorre
prestare attenzione alle lusinghe ed alle retoriche della
cittadinanza digitale. In altre parole, la proliferazione
delle opportunità e delle forme di produzione sociale di
conoscenza è destinata a portare con sé una rinnovata
consapevolezza della valenza strategica della sfera pubblica e, con
questa, l’urgenza di una riforma complessiva del pensiero
(complesso) e del sapere22,
che implica un’educazione alla cittadinanza.
Senza dimenticare che alla base di tutto si trova un complesso
processo di trasformazione antropologica e sociale, che
vede come dominatori incontrastati un po’ tutti i new media
elettronici; un processo che investe direttamente l’agire
individuale e collettivo – il potere, il (tele)lavoro, la
creatività (scienza e arte), la conoscenza, la produzione -
lasciando addirittura intravedere possibili scenari legati al trionfo
di una democrazia mediatica (teledemocrazia) o di una
repubblica elettronica [Grossman,
1995]; magari fondata su nuovi gruppi di pressione e/o comunità
virtuali, che si fanno portatori di istanze sociali e politiche
rimaste in passato latenti, avvolte nella spirale mediatica del
silenzio, con l’obiettivo di strutturare l’agenda della politica.
La società globale del rischio ci richiede – volendo estremizzare
il concetto – di globalizzare le eventuali soluzioni ai rischi ed
alle incertezze del sistema-mondo.
Gli attori sociali della nuova sfera-pubblica transnazionale, in
particolare coloro che in passato erano esclusi, all’interno
di una nuova geografia dei rapporti di forza, sembrano
destinati a recitare sempre più un ruolo strategico nell’ambito
della dialettica politica, anche e soltanto per il fatto di essere
diventati “produttori”(visibili) di un flusso costante, ed
estremamente articolato, di informazioni e conoscenze (cultura), che
21
Che di fatto si configurano
anche come nuovi stakeholders
=
portatori di interessi.
22
Su questi argomenti vorremmo ricordare alcune opere di Edgar Morin:
si vedano,
in particolare,
E.Morin [1999a], E.Morin [1999b]; E.Morin [2002], volume che
contiene anche un’interessante intervista di Antonella Martini
all’intellettuale teorico della complessità e del “pensiero
complesso”. Inoltre, proprio sulla questione, a nostro avviso,
fondamentale del “pensiero complesso” rimandiamo a E.Morin
[1990] e E.Morin, É.-R.Ciurana, D.R.Motta [2003].
scardina il monopolio del tradizionale modello
industriale23.
Le nuove forme di produzione sociale generatesi dal basso
metteranno sempre più a dura prova anche la tenuta dei sistemi di
potere che, paradossalmente, trovandosi a dover gestire differenti
forme di conflitto, potrebbero rintracciare modalità diversificate
di configurazione strutturale, lasciandosi contaminare da ciò
che è stato sempre “fuori dal sistema”24.
Quelle che ho definito le “nuove soggettività etiche”25,
d’altra parte, con l’avvento della sfera pubblica globale e
grazie alle maggiori opportunità di condivisione della conoscenza,
sembrano destinate ad invadere e ri-conquistare prepotentemente lo
spazio della politica: significa entrare nel sistema e,
contribuendo a ri-modulare i rapporti di potere, incidere
sempre più concretamente sui delicati meccanismi di definizione
delle priorità e delle decisioni politiche. Elemento strategico che
porta con sé il simultaneo rafforzamento delle strutture
sociali della cooperazione e della fiducia, capaci di
limitare i rischi derivanti dai comportamenti individualistici,
antisociali o devianti.
23
Si pensi, per esempio, ai movimenti che si battono per i “beni
comuni” e/o per l’apertura
e la diffusione della conoscenza.
24
R.A. Dahl [1971] parla di
“poliarchia” - e degli “indicatori” che la caratterizzano -
proprio in termini di inclusività
e partecipazione
alla prassi democratica del più alto numero possibile di individui.
25
Quelle che, in questa sede, ho definito “nuove soggettività
etiche” sono
evidentemente soggettività
portatrici di valori, di istanze e di una relazionalità
diffusa
[Mazza, Volterrani, supra],
che si manifesta già nell’atto del generare e, successivamente,
dell’elaborare atti linguistici e/o comunicativi che, nel loro
strutturarsi, non possono che fare riferimento ad un sistema
di regole, di
codici e di
procedure mediato culturalmente
in grado di definire “nuove” relazioni di potere.
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