martedì 15 ottobre 2013
Nel 2007 il populismo è giunto ad un passo dal compiere la sua grande metamorfosi da escrescenza solo patologica di una malandata democrazia latina a dato sistemico generale, ormai metabolizzato e quindi senza più forti alternative. La presidenzializzazione del modello di partito, varata nel primo statuto del PD, infatti, modulava su una finzione (l’elezione diretta del premier) anche la forma di partito a vocazione maggioritaria. La stessa formula delle primarie aperte, riservava al popolo indistinto dei compiti dell’iscritto o del militante in una coerente ottica di democrazia intraorganizzativa. La dispersione della funzione propria dell’iscritto nel - le prerogative del popolo indifferenziato postulava il trionfo di un partito elettorale integrale. In esso il leader è sciolto dalla logica complessa dell’organizzazione e si rapporta ai media per attirare il gradimento di una opinione pubblica ondivaga.
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