martedì 5 novembre 2013
#Alitalia salva, via libera all'aumento - Via libera all'unanimità del Consiglio di amministrazione di Alitalia alla manovra finanziaria per 500 milioni complessivi destinata a ridare ossigeno alla cassa: 300 milioni arriveranno dall'aumento di capitale e 200 milioni da nuove linee di credito di Intesa Sanpaolo e UniCredit.
#Babis - Il governo della Repubblica Ceca dipende da un miliardario - Dalle elezioni anticipate non emerge una maggioranza chiara. Mentre iniziano le trattative e si conferma la spaccatura tra la ricca Praga e la provincia povera, Andrej Babis, uno degli uomini più facoltosi dell'Europa orientale, festeggia: è lui l'ago della bilancia.
#INDUSTRIA - La concreta utopia di Olivetti - Imprenditore di raffinate qualità, intellettuale visionario (qualcuno lo ha definito un “utopista tecnicamente provveduto”), urbanista, deputato al Parlamento (fondò il Movimento politico “Comunità” e fu tra i primi a denunciare i guasti della “partitocrazia”).
#GLOBALIZZAZIONE - RETE: una possibile definizione - Trama che nasce dall’auto-organizzazione di soggetti che investono per creare, rafforzare, estendere il reciproco legame. La specificità della rete consiste nel mettere in contatto le diverse intelligenze soggettive usando la forza dei legami deboli (Enzo Rullani, L’economia della conoscenza nel capitalismo delle reti).
#CANCELLIERI - Caso Ligresti: Anna Maria Cancellieri, un Guardasigilli ricattabile? - Arrivano le annunciate non dimissioni di Anna Maria Cancellieri. La ministra della Giustizia a poche ore dall’arresto di un noto pregiudicato per tangenti (don Salvatore Ligresti) ha telefonato alla sua compagna. E, dopo essersi scusata per non aver chiamato prima (il minimo, visto che lo storico mazzettaro era sotto inchiesta da mesi per falso in bilancio e aggiotaggio), ha espresso solidarietà alla donna. Poi, per la gioia degli azionisti della FonSai rovinati dalle scorribande dell’indagato e della sua famiglia, le ha ripetuto per due volte che quanto era accaduto non era “giusto”. Infine ha chiuso e ha detto: “Qualsiasi cosa io possa fare, conta su di me, non lo so cosa possa fare, però guarda son veramente dispiaciuta”.
#LETTA - Il premier Letta (che sa le lingue) ha l’ambizione di essere cooptato nei circuiti internazionali. Anche a costo di fare da tappezzeria, come compete all’ultimo arrivato; l’ospite invitato solo per fare numero. Comunque sia, un effetto penoso. Difatti è stato ulteriormente imbarazzante – nella già tale faccenda Datagate – assistere allo schierarsi di Letta senza se e senza ma dalla parte del bullismo degli Stati Uniti, tirando sassate metaforiche contro l’omino coraggioso Edward Snowden, colpevole di aver disvelato meccanismi ignobili della sorveglianza spionistica dell’impero sull’orlo di una crisi di nervi. Impero che prima ha tentato di giustificare le proprie paranoie da segretezza con il tormentone della lotta al terrorismo (anche se risulta un po’ difficile collegare le conversazioni personali di papa Bergoglio alle congiure jihadiste) e poi ha iniziato a praticare lo scaricabarili al proprio interno. Eppure, con alto sprezzo del ridicolo, il chierichetto che rifà Moro con un look manageriale – il flebile Letta – neppure se ne cale. Plateale personificazione della metafora miserevole del correre in soccorso al vincitore. E qui il servilismo si intreccia in un groviglio disdicevole all’opportunismo.
#POLITICA - L'antica tradizione nazionale per cui i servitori dello Stato considerano destinatari delle loro attenzioni solo alcune fasce privilegiate del nostro Stato: i ricchi e potenti, della cui frequentazione ci si lusinga infischiandosene dei conseguenti condizionamenti e inerenti conflitti di interessi
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