martedì 8 ottobre 2013

How Italy's Tangled Taxes Help Berlusconi - Silvio Berlusconi failed in his attempt to topple the Italian government last week, but he still remains popular with over 20 percent of the country's voters. A big reason he has so many backers is Italy's highly complex system of taxation. - Former Italian Prime Minister Silvio Berlusconi failed last week to bring down Prime Minister Enrico Letta's fragile coalition government, but he came dangerously close. Despite being convicted for tax fraud and facing expulsion from the Senate and potentially house arrest, Berlusconi managed to throw the entire Italian political establishment into disarray, rattle global financial markets and threaten to thrust the larger euro zone back into crisis.

http://www.spiegel.de/international/europe/a-complicated-tax-system-in-italy-buoys-berlusconi-a-926692.html

'Worse Than Gangs': Rio Police Criticized for Favela Crackdowns - A new security campaign is helping authorities win back control of Rio de Janeiro's favelas ahead of next year's World Cup. Special police units are driving drug gangs out of the slums -- but often only to replace them with their own thuggish rule.

http://www.spiegel.de/international/world/rio-police-crack-down-on-drug-gangs-in-favelas-ahead-of-world-cup-a-926719.html

Dario Fo: “I parlamentari del #M5S parlano come esseri umani…”

http://m5sg.me/2013/10/08/video-dario-fo-i-parlamentari-del-m5s-parlano-come-esseri-umani/?blogsub=confirming#subscribe-blog

George Lakoff: "I progressisti usano parole vecchie" - “Perdono perché credono nella razionalità illuminista Oggi vince chi riesce a far condividere agli elettori la propria morale”

http://www.lastampa.it/2010/01/31/blogs/finestra-sull-america/george-lakoff-i-progressisti-usano-parole-vecchie-l7OM2BMDJhnnfPSTF1Uq8I/pagina.html

La mente politica e la politica della mente - In ognuno di noi sedimenta un “inconscio cognitivo” fatto di metafore, emozioni positive (empatia, curiosità) e negative (paura, rabbia), che influenzano i pensieri e i comportamenti. Infatti la scienza della mente sembra dimostrare che “il 98 per cento dell’attività mentale ha luogo senza che ne siamo consapevoli” (Lakoff, p. 3; Michael Gazzaniga). Ciò non significa l’emozione sia sempre dannosa nella persuasione politica: le emozioni appropriate sono legittime e razionali poiché facilitano le scelte personali e sociali (Drew Westen, La mente politica, 2008). Però il pensiero conscio e riflettente come il guardarsi in uno specchio, permette di conoscere i processi della nostra mente e di controllare e valutare personalmente le nostre decisioni (p. 11). Comunque, se si analizza il panorama politico mondiale si può verificare che “gli ultraconservatori sono stati anche molto abili nel perseguire obiettivi occulti che corrispondono ai loro valori. Fare in modo che gli obiettivi occulti diventino visibili è un altro vantaggio della scienza cognitiva. Conservatori e progressisti non hanno soltanto obiettivi e valori diversi. Essi hanno modi di pensare molto diversi” (p. 52). Quindi “La posta in gioco è la più profonda forma di libertà, la libertà di controllare la propria mente. Per fare ciò dobbiamo rendere l’inconscio conscio” (p. 21).

http://www.agoravox.it/La-mente-politica-e-la-politica.html

“Interpretiamo il mondo attraverso frames, associazioni e schemi narrativi di cui non siamo consapevoli. Le strutture drammatiche attraverso cui leggiamo il mondo, secondo l’ipotesi fatta propria da Lakoff, sarebbero incorporate in una rete di percorsi che coinvolgono il sistema limbico, in cui si trovano due «percorsi emozionali con due differenti neurotrasmettitori», il circuito della dopamina e quello della norepinefrina.”

http://parmenidesduemilatredici.blogspot.it/2013/10/il-consenso-tra-filosofia-e-scienze.html

PERSUASIONE «Per  mobilitare  le  persone,  devi  comprendere  le  reti  neurali  (neural  networks)  che  connettono  le  idee, le immagini e le emozioni delle loro menti»

http://parmenidesduemilatredici.blogspot.it/2013/10/il-consenso-tra-filosofia-e-scienze.html

In 1984, George Orwell paventava la fine della libertà a causa di una esplicita dittatura, in cui l’informazione, la cultura e la Storia sarebbero state censurate e riscritte da un ministero apposita; il romanzo uscì nel 1948, con alle spalle la dittatura nazista e davanti agli occhi ‘il mostro’ sovietico. Quindici anni prima, nel 1933, Aldous Huxley pubblicava Il mondo nuovo, un romanzo che suscitò meno clamore probabilmente perché poco si prestava a essere strumentalizzato: immaginava infatti una società in cui le persone vivevano felici, in uno stato di costante divertimento, distratte da cose superficiali, grate alla tecnologia che le liberava dalla fatica di pensare; erano oppresse, ma a tal punto condizionate fin dalla nascita da non essere in grado di capirlo. Orwell temeva una società in cui i libri sarebbero stati banditi, Huxley quella in cui nessuno avrebbe avuto il desiderio di leggerli; Orwell temeva la dittatura che si odia, Huxley quella che si ama; Orwell la cultura censurata, Huxley quella divenuta un balbettio infantile. Davanti a una televisione che è diventata il principale strumento di un potere falsamente democratico, ha ancora ragione Pasolini: “La maggioranza, nella sua santità, ha sempre torto: perché il suo conformismo è sempre, per propria natura, brutalmente repressivo”.

http://www.rivistapaginauno.it/Uomo-massa-e-suo-fratello-al-voto.php

La cultura non ha mai avuto vita facile, in Italia. Nel 1861, il 75% della popolazione non sa né leggere né scrivere. Le riforme scolastiche che si susseguono fino all’epoca fascista mirano ad alfabetizzare, condizione sempre più necessaria per poter lavorare: viene istituita la scuola dell’obbligo dai sei agli undici anni. Nel 1951, gli analfabeti sono ancora il 13,8% (il 25% nelle isole) e i semianalfabeti – appena in grado di scrivere il proprio nome e incapaci di comprendere un testo scritto – sono il 26%; inoltre, il 60% della popolazione si esprime unicamente in una lingua dialettale. Il ministero della Pubblica istruzione decide di usare la televisione in funzione pedagogica, per uniformare la lingua e per alfabetizzare. Nel 1958 Telescuola avvia il ciclo di trasmissioni cosiddette educative, a cui si affianca Telemedia, nel 1961. Contemporaneamente nasce Non è mai troppo tardi (1960-1968), con un approccio completamente diverso: protagonista non è più il maestro che trasmette il sapere ma lo diventano gli studenti/pubblico, in studio e a casa. Il docente diviene una sorta di conduttore, che falsamente – la televisione che entra nelle case è sempre qualcosa che cala dall’alto – fa da guida ‘tra pari’, tenendo insieme testi, immagini, supporti audio, filmati e interviste. Gli italiani si uniformano: imparano non solo a leggere e scrivere ma una lingua e una ‘cultura’ nazionale; avviene quell’omologazione che Pasolini chiamava “genocidio culturale definitivo”. Non poteva andare diversamente per un popolo che, nel proprio percorso storico, ha saltato a piè pari la trasmissione del sapere basata sulla cultura tipografica dei libri e dei giornali ed è passato direttamente dall’analfabetismo alla cultura visiva della televisione: il nonno semianalfabeta, il nipote laureato, conviventi in una casa priva di libri.

http://www.rivistapaginauno.it/Uomo-massa-e-suo-fratello-al-voto.php

Per il PD arriva l'ora della rivincita sui compagni di merende -quel PDL che ha tenuto sul filo del rasoio il governo per mesi con la scusa dell'IMU...

http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/2013/10/imu-asilo-mariuccia-tra-pd-e-pdl-alla-faccia-nostra.html

Shutdown shows the Civil War never ended - The battle lines are still drawn

http://www.salon.com/2013/10/07/shutdown_shows_the_civil_war_never_ended_partner/

Krugman: GOP leadership is “deeply incompetent” - The New York Times columnist on how the GOP's top brass turned into the "Boehner Bunglers"

http://www.salon.com/2013/10/07/krugman_gop_leadership_is_deeply_incompetent/

«Era uno dei leader del 68 romano. Paolo Pietrangeli ha raccontato che, con quelli del gruppo degli Uccelli, contestava i borghesi di sinistra facendo la cacca nei loro salotti. - «Da giovane, con una bellissima faccia da indio e capelli neri e lisci che arrivano a metà schiena, studente di Architettura, si dedica alle attività più estreme del movimento studentesco romano. Per esempio, irruzioni in scuole elementari di borgata per incitare i pargoli alla ribellione. In una di queste, un bambino interrogato dalla polizia sui possibili autori del delitto, rispose: “Nun so come se chiamavano. A uno glie dicevano merda, a un altro straccio”. “Straccio” divenne il suo soprannome. Militante politico tra i più coraggiosi, prende la strada di Napoli a prendere botte dai guardiani dell’Alfasud pur di riuscire a distribuire volantini. In seguito giornalista di Lotta continua, direttore del settimanale cattolico Il Sabato (alla domanda: “Crede in Dio?” risponde: “Qualche volta sì, qualche volta no”).

http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=LIGUORI+Paolo

CARRIERE / DA GAD A PAOLO LIGUORI, DIRETTORE DI «STUDIO APERTO»: QUANDO GLI EX «MOVIMENTISTI» SI RITROVANO ALLA GUIDA DELL' INFORMAZIONE TV - E i ragazzi di Lotta continua «occuparono» i telegiornali - Liguori: «Non rimestate la storia della lobby di Lc. Lotta continua, per me, esiste in un solo luogo: nel carcere di Pisa dov' è rinchiuso Sofri»

http://archiviostorico.corriere.it/2000/giugno/18/ragazzi_Lotta_continua_occuparono_telegiornali_co_0_0006189632.shtml