martedì 8 ottobre 2013

La mente politica e la politica della mente - In ognuno di noi sedimenta un “inconscio cognitivo” fatto di metafore, emozioni positive (empatia, curiosità) e negative (paura, rabbia), che influenzano i pensieri e i comportamenti. Infatti la scienza della mente sembra dimostrare che “il 98 per cento dell’attività mentale ha luogo senza che ne siamo consapevoli” (Lakoff, p. 3; Michael Gazzaniga). Ciò non significa l’emozione sia sempre dannosa nella persuasione politica: le emozioni appropriate sono legittime e razionali poiché facilitano le scelte personali e sociali (Drew Westen, La mente politica, 2008). Però il pensiero conscio e riflettente come il guardarsi in uno specchio, permette di conoscere i processi della nostra mente e di controllare e valutare personalmente le nostre decisioni (p. 11). Comunque, se si analizza il panorama politico mondiale si può verificare che “gli ultraconservatori sono stati anche molto abili nel perseguire obiettivi occulti che corrispondono ai loro valori. Fare in modo che gli obiettivi occulti diventino visibili è un altro vantaggio della scienza cognitiva. Conservatori e progressisti non hanno soltanto obiettivi e valori diversi. Essi hanno modi di pensare molto diversi” (p. 52). Quindi “La posta in gioco è la più profonda forma di libertà, la libertà di controllare la propria mente. Per fare ciò dobbiamo rendere l’inconscio conscio” (p. 21).

http://www.agoravox.it/La-mente-politica-e-la-politica.html

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