giovedì 7 novembre 2013

#FASCISMO - «Fece fessi tutti». La frase – il soggetto sottinteso è Benito Mussolini – è rozza quanto efficace. La usò nel 1949 Cesare Rossi, uno dei più stretti collaboratori di Mussolini nei primi anni del fascismo, per descrivere l’abilità con cui il giovane “duce”, alla vigilia della marcia su Roma, mise per così dire nel sacco i maggiorenti della classe dirigente liberale. Orlando e Facta, ma anche Salandra, Nitti e Giolitti caddero nella trappola di trattative condotte separatamente con ciascuno di loro, fra settembre e ottobre 1922, quando ciascuno pensava di essere il futuro presidente del consiglio di un governo di coalizione con la partecipazione minoritaria dei fascisti. Ma mentre Mussolini trattava, il partito fascista – un partito-milizia, cosa mai vista prima nel Regno – mobilitava la sua organizzazione armata e con la violenza delle squadre dominava gran parte dell’Italia settentrionale e centrale, sfidando apertamente lo Stato e finendo per conquistarlo. La marcia su Roma fu poi definita dagli avversari ormai sconfitti, e successivamente anche dagli storici, “una messa in scena”, “una goffa kermesse”, una “trascurabile adunata di utili idioti”: cioè il fenomeno non fu compreso nella sua portata e pericolosità, né prima né – a lungo – dopo. Questo libro, di straordinaria efficacia narrativa, esplora quei mesi drammatici in cui tutto avrebbe potuto accadere, e il cui esito fu invece un regime totalitario.

http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2012/11/05SIY1076.PDF

Nessun commento:

Posta un commento