lunedì 2 dicembre 2013

#POLITICA - Alle ore 17,43 di mercoledì 27 novembre dell’anno del Signore 2013, colui che mai avrebbe dovuto entrare in parlamento, Silvio Berlusconi, è stato espulso dal Senato con umiliazione, per indegnità, perché colpevole di reati gravi, perpetrati anche e soprattutto durante i suoi mandati istituzionali di parlamentare e capo del governo. Codesto delinquente acclarato, conclamato e definitivamente sanzionato in Cassazione, mantiene ancora il titolo di «cavaliere», conferitogli l’1 giugno 1977 in forza della L. 15 maggio 1986, n. 194 che esige tra i requisiti indispensabili «aver tenuto una specchiata condotta civile e sociale … aver adempiuto agli obblighi tributari … non aver svolto né in Italia, né all’estero attività economiche e commerciali lesive della economia nazionale» (art. 3, a.c.d.). La stessa legge (art.7) stabilisce che «accertamenti specifici devono riguardare il possesso dei requisiti di cui all’articolo 3», segno che l’onorificenza deve «effettivamente» corrispondere a una realtà inequivocabilmente irreprensibile. Sono convinto che l’istruttoria riguardante Silvio Berlusconi sia stata addomesticata, perché già nel 1977 era «chiacchierato» e in odore di illegalità diffusa, come la letteratura successiva ha ampiamente dimostrato. Non è mai troppo tardi. La stessa legge all’art. 13 stabilisce che «incorre nella perdita dell’onorificenza l’insignito che se ne renda indegno … la revoca è disposta con decreto del Presidente della Repubblica». Silvio Berlusconi, oltre ogni dubbio, è «indegno» di fregiarsi del titolo onorifico di «Cavaliere della Repubblica» perché ha violato, come suo costume, tutte le norme previste dalla legge: a) la sua condotta non solo non è stata specchiata, ma è stata motivo di scandalo e disonore per l’Italia in tutto il mondo; b) non solo non ha adempiuto agli obblighi tributari, ma è stato condannato per evasione fiscale, cioè per furto a quegli stessi Italiani e Italiane che egli governava; c) ha costituito fondi neri all’estero per manomettere sia il mercato interno che per corrompere magistrati, giudici e politici fino a violentare il senato della Repubblica, «comprando» parlamentari per fare cadere governi democraticamente eletti e per questo indagato (cf Procura di Napoli). d) Infine è stato espulso dal Senato della Repubblica e dichiarato «decaduto». Quanto sopra premesso, mi auguro che lei, teoricamente custode della dignità delle Istituzioni, non tergiversi ancora nell’emettere senza indugio un decreto di revoca del titolo di «Cavaliere» a Silvio Berlusconi, delinquente ed evasore fiscale accertato definitivamente e oltre ogni ragionevole dubbio. Lo deve agli Italiani e Italiane onesti. Lo deve almeno come risarcimento morale.

http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/12/02/don-paolo-farinella-napolitano-revochi-il-titolo-di-cavaliere-a-berlusconi/

Nessun commento:

Posta un commento