mercoledì 28 agosto 2013

"Quanto alla Ue, Sarkozy e la Merkel si incaricarono di rendere pubblico che del Cavaliere se ne parlava solo per ridere. Per di più, l’Uomo di Arcore, ossessionato dai suoi processi, imponeva nell’agenda politica solo deliranti progetti che lo rendessero improcessabile per qualsiasi cosa facesse, mentre ignorava del tutto la crisi finanziaria che stava per investire il paese. “La crisi? I ristoranti sono pieni, in aereo si fa fatica a trovare un posto…” ricordate? Dal 2010 iniziò un pressing per liberarsene, nel quale era riconoscibile la mano non solo della Fiat o di De Benedetti, ma anche del gruppo Intesa-San Paolo, di Unicredit, del gruppo Pirelli, della Confindustria e degli organi stampa più o meno influenzati da ciascuno di essi. All’accerchiamento davano man forte anche importanti esponenti istituzionali: il Capo dello Stato, che sino al 2009 era rimasto abbastanza assopito (non rifiutando neppure la firma ad alle leggi berlusconiane più incostituzionali) iniziava a diventare iper cinetico, mostrando via via crescente insofferenza verso l’inquilino di Palazzo Chigi. Ed anche l’allora Presidente della Camera, Gianfranco Fini, entrò in aperta e diretta polemica con l’uomo con il quale aveva co-fondato un partito solo 11 mesi prima. Ma ci furono anche altri importanti oppositori coperti (chiamiamoli così) del Cavaliere. Tanto per divagare, ci chiediamo come abbia fatto l’ormai celebre fotoreporter Antonello Zappadu ad eludere la sorveglianza di villa Certosa (istituzionalmente affidata alla Polizia di Stato) e scattare ben 5.000 fotografie."

http://www.aldogiannuli.it/2013/08/il-cavaliere-ed-i-poteri-forti/

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