venerdì 27 settembre 2013

UMBERTO SABA. LA POESIA DI UNA VITA - L’incontro con la psicoanalisi - Saba scherzava con Carlo Levi attribuendo l’euforia dell’amico al segno del Sagittario e il suo disagio interiore al segno dei Pesci. Fu l’incontro con il medico triestino Edoardo Weiss a sciogliere il groviglio delle sue angosce e a renderle manifeste nella sua poesia. Saba iniziò la terapia con Weiss nel 1929 e la terminò nel 1931 quando il medico si trasferì a Roma. In una lettera del 13 settembre 1929, firmata Berto, Saba scrive a Debenedetti di avere avuto una crisi nervosa che lo aveva portato vicino al suicidio: « Devi sapere che alla radice della mia malattia stava la mancanza del padre: ma come, in qual senso e con quali conseguenze è cosa incredibile e vera.» (La spada d’amore cit.) Nel 1952 Saba scrive a Vittorio Sereni: «In realtà, più che guarire, personalmente, ho capito molte cose dell’anima umana, che prima mi erano non solo oscure, ma addirittura insospettate. La cosa peggiore della mia infanzia fu l’assenza di un padre (buono o cattivo) e il dott. Weiss supplì, fino a un certo punto, a questa mancanza. » Il tema della lacerazione affettiva conseguente al dissesto familiare compare già nei sonetti di Autobiografia

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