sabato 28 settembre 2013
Cosa comportano le dimissioni di massa dei senatori? Surriscaldamento del clima...in parlamento. - "La figura delle dimissioni di gruppo non è prevista dalla legge ne tantomeno quella delle dimissioni di partito, anche perché un intero partito che si dimette dovrebbe portare ad una riflessione più profonda sulla consistenza politica prima che giuridica del parlamento e del governo in un dato momento storico [...] Le dimissioni individuali, unica figura esistente nella legge, prevedono che i seggi vacanti siano attribuiti ai candidati non eletti dello stesso gruppo dei dimissionari o (nel caso non vi fossero candidati non eletti per quel gruppo) facendo rinvio ai non eletti di altri gruppi. Quest'ultima circostanza che si evince chiaramente dal combinato disposto degli articoli 17-19 della legge 6 febbraio 1948 n.29 ci mostra chiaramente l'inutilità giuridica di un tale gesto quando è evidente che oltre a provocare un enorme rallentamento dei lavori parlamentari non può fare. Insomma lo scioglimento delle camere non sarebbe una conseguenza immediata di tutte queste dimissioni ma semmai dovrebbe essere presa come ipotesi dagli altri schieramenti sempre che non riescano a costituire una maggioranza alternativa. Insomma se questa è, come annunciato dagli stessi esponenti del Pdl, una protesta contro l'applicazione della legge Severino non mi sembra sia portata avanti con i crismi della giuridicità ma piuttosto con un atteggiamento "ribelle" nei confronti delle stesse istituzioni di cui fanno parte piuttosto che istituzionale. Il pericolo più grande tuttavia non è rappresentato tanto dalla caduta del governo, ipotesi spesso ventilata da più parti, quanto dalla incapacità del parlamento se si trovasse così sovraccaricato ad assumere anche le decisioni di ordinaria amministrazione che risultano quanto mai indispensabili in un momento straordinario come questo."
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