domenica 22 settembre 2013
Il Partito Democratico deve voltare pagina. Prima che sia troppo tardi - Il Partito Democratico deve voltare pagina. Prima che sia troppo tardi Raramente ho visto una cosa così raffazzonata come l’Assemblea nazionale del Pd di venerdì e sabato all’Auditorium della Conciliazione. Raramente, prima di sabato, avevo visto dare il via ad una votazione e non saperne mai l’esito. Raramente ho visto tanto masochismo raccolto in così pochi metri quadri. Raramente ho visto tanto egoismo mostrarsi così apertamente in pubblico. Una parte della vecchia dirigenza del Pd è disposta a tutto pur di non far girare pagina al partito. A costo – paradossalmente – di far saltare per aria la tanto amata Ditta. “Muoia Sansone con tutti i filistei” si sarebbe detto una volta. Il Pd ha perso le elezioni (si, le ha perse, la cosa non è in discussione, è un dato di fatto) ormai sette mesi fa. Da allora qualcuno lavora affinché quell’evento venga sostanzialmente rimosso. Sto parlando dell’ex segretario Pier Luigi Bersani e di alcuni suoi “fedelissimi”. Una rimozione della sconfitta che va avanti da troppo tempo. Dopo il 25 Febbraio - è bene ricordarlo – Bersani si intestardì in un tentativo di dar vita ad un governo – il famigerato governo di Cambiamento – che tutti – ma proprio tutti – nel PD sapevano destinato al fallimento. Un fallimento che aprì le porte alla pessima gestione della vicenda dell’elezione del presidente della Repubblica. Perché anche questo va ricordato: la gestione di quei giorni – che portò quasi alla morte del Pd – fu figlia della volontà di Bersani di dare vita a quel famoso governo di cambiamento. Cosa che l’arrivo di Franco Marini al Quirinale, grazie all’accordo con Berlusconi, si sarebbe potuta forse avverrare. Oggi quegli stessi spezzoni di partito vogliono impedire al partito di “voltare” pagina e dare vita ad una nuova era del Partito Democratico.
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