lunedì 12 agosto 2013
"Andando a ritroso nel tempo si ricorderà il senso di Silvio Berlusconi per l’ottimismo. La prima uscita su l’imminente ripresa risale, niente meno, alla discesa in campo del 1994. Era il 4 giugno e Silvio Berlusconi, da Napoli, affermava solennemente che “i dati che emergono da alcune indagini, non estese a tutto il territorio nazionale, registrano che la ripresa è già cominciata”. E quindi l’immancabile postilla: “Il fatto stesso che oggi in Italia ci sia questo governo, con certe ricette e certe persone, ha di per sé dato fiducia ed entusiasmo agli imprenditori”. Berlusconi citava allora una cena con alcuni amici economisti – rimasti anonimi – dai quali erano arrivate imprecisate indicazioni in questo senso. Durante i suoi governi, del resto, Berlusconi ha negato più volte la crisi, fino al celeberrimo segnale dei “ristoranti pieni” del maggio 2011, con l’Italia a un passo dal baratro e l’Europa pronta a metterci alla berlina. Col fiuto dell’imprenditore, additando i soliti gufi del pessimismo che siedono a sinistra, ha anticipato il vento della ripresa più e più volte: nel 2002, nel 2005, nel 2009, nel 2010. Il leitmotiv era “non disturbate il manovratore, lasciateci lavorare”. Di anno in anno la ripresa viene però rinviata. Ancora nel 2010 il Cavaliere la vede all’orizzonte, alla vigilia di Natale si lancia in una spericolata previsione: “Ritengo che il 2011 sarà un anno di ripresa di cui già abbiamo iniziato a cogliere qualche segnale. L’Italia è al riparo da attacchi speculativi, ed è merito del governo che ha tenuto in ordine i conti pubblici (…) Se si fosse aperta una crisi di governo le conseguenze avrebbero potuto esser gravi, e per questo sentiamo il dovere di continuare a governare”. Si sa poi come è andata a finire: nell’autunno 2011 la ripresa annunciata non si è presentata e i mercati hanno invocato a suon di spread la defenestrazione del Cavaliere. Restano alle cronache autentiche perle."
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