lunedì 12 agosto 2013

"Lo scienziato sociale (politologo, sociologo, economista, giurista …) incorre in uno dei vizi metodologici più ricorrenti nelle scienze sociali ogni qual volta ritiene, in contrasto con le micro-verità scientifiche acquisite dalla propria disciplina, un evento che da un punto di vista ideologico non sia personalmente “a lui” gradito. Il pregiudizio ideologico è, in effetti, il più subdolo e pericoloso dei veleni: si tratta di una malattia, per così dire, professionale. E, per quanti sforzi faccia, nessuno può dirsene immune, anche quando – pur di non lasciarsi influenzare dal virus ideologico – sceglie di iniettarsi il vaccino del più truce formalismo. Infatti – a differenza delle scienze esatte e naturalistiche (matematica, fisica, chimica…), in cui il peso della personale weltanschauung dello studioso tendenzialmente è minimo – nelle scienze sociali il rischio che considerazioni personali-ideologiche inquinino le valutazioni di natura strettamente scientifica è invece molto alto, avendo esse appunto per oggetto valori sociali; sicché a ben poco serve ricorrere a presunte purezze e tecnicismi. Anche per questo, i risultati cui tali scienze pervengono sono, come si sa, più intersoggettivi che oggettivi."

http://www.forumcostituzionale.it/site/images/stories/pdf/documenti_forum/paper/0145_spadaro.pdf

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